Toto, Susie Wolff e l'indagine FIA: tanto rumore per nulla?

(Immagine di copertina: MercedesNewsUK - X)

Con la stagione 2023 di Formula 1 ormai in archivio, a motori spenti è ciò che accade fuori dalla pista a far notizia... Pochi giorni fa, infatti, siamo venuti a conoscenza di un'indagine da parte della FIA su Toto Wolff e sua moglie Susie, che - ricordiamo - ricopre la carica di amministratore delegato di F1 Academy, il progetto che porta in pista 15 vetture guidate da sole donne (di età tra i 16 e i 25 anni), anche nei weekend in cui corre la massima serie.

Al di là dell'importanza che questo progetto può avere in termini di inclusione e del suo ruolo di "vetrina" promozionale con cui aprire una strada che porti ad avere una Formula 1 aperta ad ambo i sessi, in questa storia ad essere rilevante è proprio la posizione di Susie Wolff (al contempo moglie di Toto e, lavorativamente parlando, molto addentrata negli ambienti di F1 e FOM). Ma andiamo con ordine, e ricostruiamo quanto accaduto...

Fase 1: l'articolo su "Business F1" e l'indagine FIA sui coniugi Wolff

La vicenda parte da un articolo pubblicato dalla testata "Business F1" nel quale viene riportata un'indiscrezione secondo cui si sarebbe venuto a creare un conflitto di interessi in casa Wolff. Come detto, infatti, in qualità di amministratore delegato di F1 Academy, Susie Wolff sarebbe venuta a conoscenza di informazioni (a noi ignote) alle quali suo marito Toto, in quanto Team Principal Mercedes, non può avere accesso.

La FIA ha subito preso posizione, diffondendo una nota nella quale si dice "a conoscenza delle speculazioni dei media in merito all'accusa di informazioni di natura riservata condivise tra un team principal di Formula 1 con un membro della Formula One Management. Il Dipartimento ‘Compliance’ della FIA sta esaminando la questione". Il timore della Federazione, ovviamente, è quello che Mercedes possa avere informazioni che garantiscano loro un vantaggio competitivo sugli altri team...

Fase 2: la risposta di Susie, e i team prendono posizione

La risposta di Susie Wolff non tarda ad arrivare, precisamente la sera di martedì 5 dicembre, e lo fa tramite un messaggio (riportato qui sotto) affidato ai propri canali social:

Nel messaggio in questione, Susie rimanda le accuse al mittente, parlando di intimidazione e misoginia nei suoi confronti. Parole forti, certo, ma giustificate dal fatto che nessuna ulteriore prova a sostegno dell'indagine sia stata fornita, nè pubblicamente, nè a Susie stessa!

A questo punto, la domanda che tutti nel mondo della F1 si chiedono è: "Da chi è partita l'indiscrezione riguardo il conflitto di interessi in casa Wolff?". I primi indiziati, come spesso accade in questi casi, sono gli altri team: ovviamente ogni squadra ha il legittimo interesse a stroncare sul nascere qualsiasi vantaggio (potenzialmente) acquisito da un competitor in modo non lecito... Ma questa "pista" investigativa si raffredda subito, perchè - quasi in maniera congiunta - tutti gli altri 9 team all'infuori di Mercedes riportano la loro estraneità ai fatti. Anche in questo caso, tali dichiarazioni sono reperibili sui canali social delle varie squadre: non ho voluto allegarle tutte qui per brevità, ma potete trovarle molto facilmente!

Fase 3: FIA chiude il caso e dichiara conclusa l'indagine!

E così, con tutti i potenziali responsabili di questa soffiata fuori gioco, arriviamo all'inverosimile: giovedì 7 dicembre, dopo neanche 48 h dall'annuncio dell'indagine, la FIA stessa dichiara chiuso il caso con le seguenti parole:

"Dopo avere esaminato il Codice di condotta e la Politica sui conflitti d’interesse della FOM e avere confermato che sono in atto misure di protezione adeguate per mitigare qualsiasi potenziale conflitto, FIA è convinta che il sistema di gestione della conformità della FOM sia solido al punto da impedire qualsiasi tipo di divulgazione non autorizzata di informazioni riservate. La Federazione può confermare che non ci sono indagini in corso, tanto in termini di etica quanto in termini disciplinari, che coinvolgano alcun individuo. In quanto ente regolatore, la FIA ha il dovere di mantenere l’integrità del motorsport mondiale e ribadisce il suo impegno per assicurare la correttezza"

Puntualmente, arriva il commento della diretta interessata, che cercando di guardare a questa faccenda da una prospettiva più ampia, si augura che il proprio sport possa crescere e gestire eventualità come quella ipotizzata in maniera più seria e professionale.

Interessante notare come Toto Wolff, invece, abbia preferito mantenere - almeno pubblicamente - un basso profilo su tutta la questione. Da un punto di vista comunicativo è senza dubbio una strategia eccellente, specialmente pensando ai temi messi in campo da sua moglie Susie nel primo dei suoi due messaggi pubblici. Le uniche parole del boss Mercedes sono arrivate a conclusione dell'investigazione:

"Comprendiamo che c'è un notevole interesse da parte dei media per gli eventi di questa settimana, al momento c'è uno scambio legale con la FIA. Ci aspettiamo la massima trasparenza su ciò che è accaduto e sui motivi, e ci siamo espressamente riservati tutti i diritti legali. Pertanto, comprenderete, per ora non faremo commenti ufficiali, ma affronteremo la questione a tempo debito"

Toto Wolff

Fase 4: guerra fredda FIA-FOM al Gala di fine anno...

Il colpo di coda (almeno fino al momento in cui questo articolo è in scrittura) avviene la sera dell'8 dicembre, nel consueto Gala di fine anno organizzato - a Baku - dalla Federazione per premiare i vincitori delle competizioni più importanti nel panorama del motorsport. All'appuntamento non è mancato il presidente Ben Sulayem, che a margine della premiazione di Max Verstappen come Campione del Mondo 2023 ha voluto invitare sul palco Christian Horner, Anar Alakbarov (presidente della federazione automobilistica dell'Azerbaijan) e Stefano Domenicali, CEO della FOM (Formula One Management).

Dopo qualche attimo di gelo - sintomatico del rapporto poco amichevole tra FIA e FOM ormai da qualche tempo - gli invitati sono finalmente saliti sul palco per far scattare la foto con il presidente Ben Sulayem.

Cosa capiamo da questa storia?

Quanto avvenuto negli ultimi giorni è un chiaro segno di quanto siano tesi i rapporti tra FIA e FOM: la spaccatura tra la parte sportiva e quella di business della Formula 1 è perfettamente rappresentata dalla lotta di potere tra queste due entità.

Al momento, mi sento di dire che la FOM abbia dalla sua un potere politico maggiore, mentre la Federazione stia - ormai da un anno a questa parte - facendo affidamento alle poche leve di cui dispone (ad esempio la possibilità di indire bandi per accogliere nuovi team, o quella di aprire indagini per garantire uguaglianza sportiva tra i team già esistenti...).

In tutta questa faccenda, la mia personale opinione è che FIA ne esca parecchio indebolita politicamente: sia per le tempisitche con cui sono state aperte e chiuse le investigazioni del caso, sia per quanto compatto si è mostrato il fronte avversario - con tutti i team uniti praticamente in blocco. Mi auguro, tuttavia, che quanto accaduto non fornisca il pretesto per aprire altre battaglie, rischiando così di "spaccare" il sottile equilibrio sul quale si regge la Formula 1.

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