GP Austria - Nell'ennesimo trionfo di Verstappen la miglior gara Ferrari!

Avete mai visto un pilota in testa a una gara rientrare ai box al penultimo giro, uscirne scaldando gli pneumatici come fosse da solo in pista e stampare il giro veloce vincendo in scioltezza? Nel caso la risposta fosse negativa, si tratta esattamente di ciò che ha fatto Max Verstappen ieri, nelle fasi finali del Gran Premio d'Austria.

Mark Sutton / Motorsport Images

La sua quinta vittoria sul Red Bull Ring (e 42esima in carriera) assume i contorni dell'arroganza sportiva, marchiando a fuoco un dominio che è ben lontano dall'esaurirsi...

I 71 giri percorsi in gara vedono una classifica finale stravolta ore dopo da un'ondata di penalità a causa dei track limits, anche se su questo aspetto ci soffermiamo in chiusura.

Il dominio di Verstappen non accenna a fermarsi

Quando si analizzano gare il cui esito vede davanti a tutti quasi sempre lo stesso pilota, è molto facile restare senza aggettivi per descrivere il dominio a cui tutti noi fan della Formula 1 stiamo assistendo. Ma vincere una gara, si sa, non è mai scontato - neppure quando il vantaggio tecnico sulla concorrenza ti consente di tenere del margine rispetto al 100% del proprio potenziale.

Mark Sutton / Motorsport Images

Ieri c'è stata una circostanza - il regime di Virtual Safety Car - nella quale il Campione del Mondo aveva perso la leadership del Gran Premio in favore di Charles Leclerc, ma forte della superiorità tecnica del suo pacchetto pilota+vettura ha ripreso il monegasco e lo ha passato, andando poi a costruire un gap di circa 24 secondi.

Proprio in quel frangente è avvenuto il pit stop di cui sopra, a parere di chi scrive totalmente non necessario in quanto i rischi legati ad esso superavano di gran lunga il beneficio poi ottenuto, vale a dire il punto addizionale per il giro più veloce in gara (in 1'07"012).

"Oggi durante la VSC abbiamo scelto di non rientrare ai box, siamo rimasti fedeli alla nostra strategia di base e ha funzionato bene. Tutti gli stint, con tutte le gomme, sono andati molto bene: mi sono divertito [...] Terzo Titolo? Non ci penso per adesso, continuiamo a lavorare bene come abbiamo fatto durante questo weekend. Tante cose possono andare storte in un weekend, tanto più con la Sprint Race, invece è andato tutto bene. Ora ci concentriamo su Silverstone!"

Max Verstappen

Come evidenziato nello scorso Gran Premio, un tratto distintivo del dominio di Verstappen è la sicurezza nei propri mezzi: e proprio questo elemento, che al 99% non farà la differenza in questo Mondiale 2023 già quasi "timbrato", è il valore aggiunto che può ribaltare l'esito di Campionati più avvincenti e meno scontati. Prova ne è il Mondiale 2021, il primo vinto da Max: di quella stagione si ricorda il finale al veleno di Abu Dhabi, ma non bisognerebbe dimenticare che Max ha sfidato alla pari un 7 volte Campione del Mondo al massimo della sua forma, e in virtù della confidenza nelle proprie capacità non è uscito minimamente ridimensionato da questo confronto...

La miglior gara del 2023 per Ferrari, forte in tutti gli stint!

Alle spalle di Verstappen troviamo la Ferrari di Charles Leclerc, meritatamente secondo dopo una gara nella quale è stato insidiato ben poco da chi lo seguiva: l'unico potenziale pericolo, Sergio Perez arrivato poi terzo, ha perso troppo tempo nella rimonta dalla P15 di partenza per poter ambire al secondo gradino del podio.

Mark Sutton / Motorsport Images

Aver disputato una gara in gran parte in aria libera ha certamente favorito Leclerc, ma una dimostrazione dei miglioramenti Ferrari sta nel fatto che a Baku (altra occasione in cui il monegasco era salito sul podio) nel finale di gara la prestazione era calata vistosamente, tanto da rischiare di perdere la P3 in favore di Alonso.

La durata degli pneumatici invece questa volta non è stata un problema, con un passo gara da chiara seconda forza lungo tutti i 71 giri di gara. Certo, la prestazione non è bastata per lottare con Verstappen, ma il clan Ferrarista sapeva già che questo non sarebbe stato possibile.

“Avrei preferito il primo posto, ma va bene lo stesso... Il primo stint era concentrato tutto sul degrado gomme, quindi sapevamo che avremmo dovuto tenere un po’ di margine all’inizio per spingere verso la fine. Il passo poi è tornato ad essere buono, e ci ha permesso di massimizzare il risultato. Gli aggiornamenti stanno funzionando bene e sono stati un passo avanti, anche se è chiaro come ci sia ancora tanto lavoro da fare: è presto per dire che stiamo diventando la seconda forza, anche perché credo che Aston Martin e Mercedes abbiano fatto più fatica del dovuto [...] Ora proveremo a fare un altro step a Silverstone, dove spesso abbiamo avuto dei bei risultati: è una delle mie piste preferite e farò di tutto per puntare alla vittoria. Speriamo di avere altre belle soddisfazioni nelle prossime gare, ma dobbiamo essere realistici: la Red Bull anche oggi è stata molto avanti"

Charles Leclerc

In sesta posizione (dopo la retrocessione dalla P4 ottenuta) troviamo Carlos Sainz, autore di una gara maiuscola nella quale piccoli errori hanno determinato un risultato che non rispecchia il livello tenuto dal madrileno.

Su tutti, la penalità di 5 secondi maturata dopo la violazione dei track limits: in quella circostanza Carlos ha perso del tempo che poi ha pagato caro nella lotta con Sergio Perez per il gradino più basso del podio.

“Non sono molto contento, avevo il passo per fare più di un quarto posto. Stavo guidando bene, ma dovremo analizzare cosa si sarebbe potuto fare diversamente... Mi resta una sensazione di grande amarezza [...] Dopo la prima sosta ai box il passo era buono, ho fatto dei bei sorpassi e delle belle difese ma non era quello che volevo. Non so e non sapremo mai se nel primo stint avrei potuto reggere il ritmo di Verstappen, posso solo dire che dietro Charles mi sentivo bene e stavo anche gestendo bene la gomma. Ho fatto un lavoro di squadra, come concordato prima della gara, però è frustante aver fatto questo tipo di lavoro e poi perdere tre posizioni e sei o sette secondi alla prima sosta"

Carlos Sainz

Da parte di Sainz abbiamo visto una difesa strenua, ma al contempo molto intelligente: ogni volta che i due arrivavano al detection point in curva 3, Carlos si assicurava di avere il muso della sua vettura alle spalle della RB19 di Perez. In questo modo poteva sfruttare il DRS nel rettilineo successivo per difendersi (o riattaccare) il messicano, che per qualche giro ha visto vanificata la superiorità del mezzo a disposizione.

Mark Sutton / Motorsport Images

L'episodio a cui si riferisce il #55, invece, è il pit stop "doppio" effettuato da Ferrari in occasione della Virtual Safety Car, una scelta a mio parere corretta ma che lui non ha gradito. Evidentemente sentiva di avere più passo a disposizione e probabilmente aveva il potenziale per arrivare addirittura secondo, ma anche lo scorso anno abbiamo visto congelamenti di posizione da parte del muretto Ferrari: in fondo la sua prima (e unica) vittoria in Formula 1 è arrivata proprio in questo modo!

Cosa racconta l'analisi del passo gara?

Un Gran Premio in larga parte lineare come quello disputato ieri è l'occasione giusta per misurare il passo gara dei team di vertice, provando quindi ad estrapolare delle tendenze utili in vista dei prossimi appuntamenti.

Passo gara tenuto dai top team nel GP d'Austria

Passo gara tenuto dai top team nel GP d'Austria

Nel convulso grafico di cui sopra (nel quale abbiamo aggiunto anche la McLaren di Lando Norris, vero outsider ieri con la sua quarta posizione) risulta chiaro il vantaggio in termini di tempo sul giro di cui gode Verstappen al momento. Ma se questo era già abbondantemente chiaro, è più interessante notare quanto tempo abbia perso Perez nel primo stint a causa della rimonta resasi necessaria per la partenza dalle retrovie. Dal giro 26 in poi, liberatosi dal traffico, Checo riprende a girare su tempi competitivi, secondi solo al compagno di squadra.

Dietro il ritmo Ferrari, importante anche notare la differenza di comportamento della McLaren MCL60 di Norris (dotata di aggiornamenti che il compagno di squadra Piastri non aveva) e l'Aston Martin AMR23 di Fernando Alonso. Se la prima vettura è stata in grado di girare su tempi mediamente più veloci, la seconda ha fatto della consistenza la sua arma vincente: alla fine 4 secondi hanno separato sulla linea del traguardo Alonso da Norris, un gap maturato tutto nei giri (fino al 56esimo) in cui il pilota inglese è risucito a restare in zona DRS dietro Sainz.

Del passo delle due Mercedes invece ne parliamo in seguito, aggiungendo una considerazione importante sulle scelte progettuali del team di Brackley: in ogni caso, da loro mi aspetto delle prestazioni a Silverstone su un livello simile a quanto visto nel GP di Spagna, a Barcellona.

A cosa sono dovuti i progressi McLaren?

A inizio stagione il Team Principal Andrea Stella aveva invitato i tifosi McLaren ad avere pazienza, pronosticando un inizio di Mondiale 2023 in difesa. Le vere novità sulla MCL60 sarebbero arrivate solo dopo qualche mese, e così è stato!

Steve Etherington / Motorsport Images

Gli aggiornamenti che hanno stravolto la vettura del team inglese la rendono molto simile nel concept aerodinamico all'Aston Martin AMR23, e più in generale permettono a Norris (in attesa di rivalutare Oscar Piastri quando avrà il pacchetto di upgrades a disposizione) di avere più carico e maggiore efficienza aerodinamica. In questo modo si pone rimedio al più grande deficit di questo progetto, che spesso abbiamo riscontrato sottoforma di basse velocità di punta.

Sull'analisi specifica degli aggiornamenti McLaren vi rimando ad un articolo nei prossimi giorni, dove entreremo nel merito dei componenti visti a Spielberg.

"Sinceramente ero un po’ nervoso quando ho iniziato la gara, temevo che il ritmo ci avrebbe portato indietro oggi, ma in realtà è stato migliore di quanto mi aspettassi: è stata una bella sorpresa, ma non è ancora il massimo. Alonso per esempio era molto più veloce di me alla fine, mentre io rischiavo di girarmi a ogni curva. Gli aspetti dei quali ci siamo lamentati per tutto l’anno sono ancora gli stessi, ma qui siamo stati a un livello più alto come ritmo gara. È stata una giornata molto positiva, ed è stato bello lottare con le Ferrari e le Red Bull. Ma soprattutto, abbiamo battuto le Aston Martin e le Mercedes, che era il nostro obiettivo principale oggi"

Lando Norris

Aston Martin e Mercedes le delusioni del Gran Premio: cosa ha limitato la loro gara?

Il duello Alonso-Hamilton che aveva infiammato lo scorso GP del Canada si è riproposto, anche se a distanza, per posizioni decisamente meno nobili sul Red Bull Ring. Inquadrando la gara dei due Campioni del Mondo nel contesto più ampio delle performances dei loro team, Aston Martin raccoglie 12 punti nella domenica Austriaca, mentre Mercedes si accontenta solo di 10 punti.

Mark Sutton / Motorsport Images

Personalmente, anche se la P5 di Alonso non è certamente da buttare, ritengo che non aver centrato un podio sia stato causa - oltre che della prestazione espressa dalle due Ferrari - del setup molto carico aerodinamicamente scelto per il weekend dal team con base a Silverstone. Al termine del sabato avevamo sottolineato come questa scelta avrebbe potuto dare un vantaggio sulla gestione gomme al pilota asturiano, e infatti anche la strategia di partire con pneumatici Hard sembrava puntare proprio al voler sfruttare questo punto di forza. Invece, complice la VSC che ha costretto Fernando a passare su coperture Medium, la sua domenica ha preso una piega indesiderata...

"Sono 23 gare che stiamo vivendo come il calcio: ogni domenica chi vince e fa tre punti sembra che stia andando bene, mentre tutti gli altri appaiono in difficoltà. Magari invece nel weekend successivo si ribalta tutto... Dobbiamo avere una prospettiva un po’ più generica, vedendo più a lungo termine senza dimenticare che abbiamo un po’ sofferto questo weekend"

Fernando Alonso

In casa Mercedes, Hamilton (P8) e Russell (P7) non possono ritenersi minimamente soddisfatti dei punti raccolti, inferiori a Red Bull, Ferrari, Aston Martin e persino McLaren. Un weekend da quinta forza che stona con le velleità sia del Team Principal Toto Wolff, che dei piloti stessi...

“Oggi ero lento:la macchina per qualche ragione non andava, e la giornata non è stata delle migliori. Non ci aspettavamo di essere così lenti: non abbiamo ancora una risposta sul perché, ma questa pista ha evidenziato varie aree di miglioramento su cui dobbiamo concentrarci. Sapevamo di non avere un retrotreno forte questo fine settimana, quindi abbiamo tolto molta ala anteriore per mantenere l’equilibrio. In alcune curve, in particolare alla 10, facevo davvero fatica a scivolare e non potevo farci nulla, è per questo motivo ho faticato a restare nei limiti della pista. Abbiamo aggiunto un po’ di ala anteriore in entrambe le soste e la macchina ha cominciato a tornare a posto, ma è stata comunque dura"

Lewis Hamilton

“Oggi è stato davvero impegnativo e il nostro ritmo non era quello che ci aspettavamo. Dopo ieri, speravo di ottenere qualcosa di più da questo Gran Premio [...] Abbiamo la stessa macchina di Barcellona, dove siamo andati fortissimo, per cui dobbiamo capire cosa sia andato storto da parte nostra. Al momento la vettura si muove molto e in questo weekend è andata peggio rispetto ad altri circuiti. D'altro canto questo ci fa ben sperare per Silverstone, che è un circuito più simile a Barcellona“

George Russell

La spiegazione che trovo al cattivo fine settimana del team anglo-tedesco ha a che vedere con un aspetto progettuale di cui non si parla spesso, ma che invece a volte fa la differenza: il dimensionamento dell'impianto di raffreddamento per la Power Unit.

Decidere la portata d'aria che andrà a investire il propulsore e tutti gli organi a contatto con esso è un esercizio che spesso richiede un compromesso tra raffreddamento (appunto) e resistenza aerodinamica: dal momento che ci sono alcuni circuiti collocati ad altitudini più elevate, in queste zone (Spielberg, Città del Messico e San Paolo, per inciso) la densità dell'aria più bassa - si parla di "aria rarefatta" - significa aumentare la richiesta di raffreddamento rispetto ai circuiti posti sul livello del mare. Progettare un impianto di raffreddamento sovradimensionato che miri ad ottimizzare le prestazioni solo su questi circuiti significa avere poi un eccesso di resistenza all'avanzamento sulle restanti 20 piste! Risulta chiaro quale sia la scelta migliore, e Mercedes sa bene di dover sacrificare il risultato in queste gare pur di avere un rendimento mediamente superiore altrove...

Negli scorsi anni, a dirla tutta, la tecnologia a disposizione della casa della Stella rendeva l'appuntamento austriaco ancora più temibile: anche se dei miglioramenti ci sono stati da un anno o due, la criticità resta!

Pioggia di penalità per i track limits: è giusto decidere un GP dopo ore dalla bandiera a scacchi?

Se c'è un problema che affligge il Red Bull Ring da tempo immemore è quello dei track limits. Con una natura simile a quella di un kartodromo, il tracciato Austriaco invoglia i piloti a superare le righe bianche per guadagnare tempo in uscita di curva: questo avviene soprattutto nelle ultime due curve, la 9 e la 10.

Quest'anno più che in altre occasioni, il Direttore di Gara ha chiarito da subito che ci sarebbe stata tolleranza zero sui casi di superamento dei confini della pista, e così è stato. Ma la situazione è sfuggita così tanto di mano, che al termine della gara - grazie anche ad una protesta ad opera di Aston Martin - i commissari si sono ritrovati con oltre 1200 giri incriminati da rianalizzare!

Le penalità comminate al termine del Gran Premio d'Austria

Le penalità comminate al termine del GP d'Austria

Ecco il motivo per cui, ore dopo la bandiera a scacchi, il risultato del GP è stato stravolto con una pioggia di penalità aggiuntive riassunte nella tabella in alto.

A prescindere dall'applicazione rigida delle regole, che ho trovato corretta per evitare contestazioni, penso sia il caso di rivedere il layout del tracciato per evitare situazioni come quella di ieri: nel 2024 potremo constatare se gli organizzatori avran pensato a qualcosa; nel frattempo, la Formula 1 si sposta a Silverstone per il Gran Premio di Gran Bretagna!

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