GP Azerbaijan - Perez cala il bis, battuti Verstappen e la Ferrari di Leclerc

Il Gran Premio di Azerbaijan si risolve con un’altra doppietta Red Bull, la terza in quattro gare quest’anno. A vincere questa volta è Perez davanti a Verstappen, ma sul terzo gradino del podio ci finisce - per la prima volta nel 2023 - la rediviva Ferrari di Leclerc. Andiamo a rivivere la gara con tutti i suoi retroscena.

Lo strapotere Red Bull vanifica la pole di Leclerc

I precedenti di questo inizio stagione ci avevano lasciato la netta sensazione che la pole position di Leclerc, per quanto meritata e indice di una reale performance sul giro secco, non sarebbe stata destinata a trasformarsi in una vittoria… Troppa la differenza di qualità sul passo gara e sulla gestione degli pneumatici da parte della RB19 rispetto alla SF-23. E infatti, dopo soli 6 giri passati in testa alla gara, entrambe le Red Bull hanno fatto un sol boccone della Rossa di Charles!

Zak Mauger / Motorsport Images

Un dato su tanti dà l’idea della qualità di Charles come pilota: delle 19 pole ottenute in carriera, solo 4 sono state convertite in vittorie. Un tasso di conversione del 21.05%, nettamente più basso di altri piloti con un numero di partenze in prima posizione simile al suo. Le mancate vittorie sono arrivate per diversi motivi: problemi tecnici, errori di strategia da parte del muretto Ferrari, o più semplicemente - come ieri - mancanza di competitività per ambire al gradino più alto del podio.

Strategie del GP d'AzerbaijanStrategie del GP d’Azerbaijan (Pirelli Motorsport / Twitter)

Dopo che le prime 3 posizioni si sono assestate (con Verstappen davanti a Perez e Leclerc), l’unico vero sussulto della gara è stato causato dalla neutralizzazione con Safety Car resasi necessaria per l’incidente di Nyck De Vries. L’olandese dell’Alpha Tauri al decimo giro ha urtato il muro interno in curva 5 rompendo i braccetti della sospensione anteriore sinistra: seppure questo urto non sia stato ad alta velocità, è bastato a mettere fine alla sua gara.

La Safety Car rovina la gara di Verstappen

In questo frangente, i capovolgimenti strategici hanno penalizzato fortemente Verstappen, che ha effettuato la sua sosta ai box poco prima che la Safety Car fosse chiamata in pista. Così facendo, ha perso circa 21 secondi rispetto a Perez e Leclerc, mentre questi ultimi son potuti passare agli pneumatici hard con un aggravio rispetto a Max di soli 11 secondi. La logica conseguenza di questo è stata la “retrocessione” di Verstappen in terza posizione, divenuta seconda dopo solo 3 curve (!) dalla ripresa del Gran Premio.

“Nel primo stint probabilmente avrei potuto essere un po’ più aggressivo nel modo in cui usavo le gomme credo di essere stato troppo prudente ed è per questo che Checo era molto vicino a me. E poi, naturalmente, abbiamo deciso di rientrare ai box: ho visto che c’era una macchina ferma e ho pensato che si fosse bloccata. Dovrò rivedere insieme alla squadra il motivo della mia sosta, si vedeva chiaramente che c’era una ruota danneggiata e la sosta in concomitanza con la Safety Car ha danneggiato la mia gara… Quindi, tutto sommato, posso ritenermi soddisfatto del 2° posto. Voglio dire, ovviamente si vuole sempre vincere, ma credo che a volte sia necessario questo tipo di weekend per imparare e capire meglio la macchina, di cosa ha bisogno la macchina per andare più veloce. E a volte, su un circuito cittadino come questo, questo viene davvero fuori. Quindi, forse questa è stata una buona giornata in ottica futura. Checo quest’anno si è dato da fare, sta guidando davvero forte. Si sente sempre più sicuro al volante della macchina: bisogna riconoscere e apprezzare quando qualcuno ha fatto un ottimo lavoro ed è esattamente quello che è successo oggi. Continueremo a lottare per il resto della stagione, ma è normale, lo facciamo da sempre”
Max Verstappen

Da quel momento in poi, tutti quanti (nell’ordine Perez, Verstappen, Leclerc, Alonso, Sainz, Hamilton, Stroll, Russell) hanno “anestetizzato” la gara girando su ritmi più lenti di quel che le monoposto concedessero loro: l’obiettivo, esattamente come nello scorso GP d’Australia, era quello di far durare gli pneumatici Hard fino al termine della gara. Un’operazione non semplice, a maggior ragione se si pensa che a causa del particolare format adottato in questo weekend, praticamente nessuno avesse simulato dei long run su pneumatici di questa mescola nelle prove libere.

Passo gara tenuto dal miglior classificato dei 4 top teamPasso gara tenuto dal miglior classificato dei 4 top team

Alla fine ci sono riusciti tutti, specialmente in virtù di una gestione fin troppo oculata… In ogni caso, una volta accortisi della possibilità di arrivare fino in fondo senza la necessità di fermarsi nuovamente ai box, i primi quattro hanno iniziato a contendersi l’unica cosa che restava loro: il punto addizionale per il giro più veloce in gara.

La lotta per il giro veloce mette a nudo il potenziale dei top team

Qui vorrei schierarmi in favore di questa regola: sebbene si tratti di un singolo punto iridato, questo costituisce un ottimo incentivo per tutti per continuare a spingere e non viaggiare “di conserva” negli ultimi giri. Quindi, una volta tanto, c’è da applaudire i regolatori per questa aggiunta al regolamento - norma ormai al suo quinto anno di applicazione, ma credo apprezzata abbastanza all’unisono.

Mark Sutton / Motorsport Images

Oltre a ciò, da questa contesa per il giro veloce nasce anche una constatazione tecnica: com’è possibile che le due Red Bull, dopo aver aperto un gap di circa 20 secondi su Leclerc, girassero su tempi simili, e talvolta più lenti? La spiegazione, dal mio punto di vista, è duplice:

  • La mappatura della parte elettrica sulle Power Unit Honda del team angloaustriaco non era ai suoi massimi: come già visto nei primi tre GP, per preservare le unità motrici e garantire la giusta affidabilità nel corso del campionato la Red Bull sceglie - giustamente a mio parere - di utilizzare modalità di carica/scarica della potenza elettrica meno aggressive;
  • Aston Martin e soprattutto Ferrari sono due vetture che si esprimono al meglio nelle parti finali di gara, quando il consumo di carburante le rende più leggere: non a caso, parlando di Ferrari si evince una differenza media fra prestazioni in qualifica (dove appunto si è scarichi di carburante) e in gara di circa 7 decimi al giro;

Ai fini del risultato, questi discorsi tecnici comunque interessanti sono risultati poi vani, perché George Russell (8°), approfittando di un margine di estrema sicurezza sui suoi inseguitori, ha potuto montare a 2 giri dalla fine pneumatici soft nuovi sulla sua Mercedes W14 e abbattere con 1’43”370 il miglior crono dei primi quattro (detenuto da Verstappen in 1’44”232, per la cronaca) di circa 0.9 s. Questo permette al pilota britannico di portare a casa, oltre ai quattro punti dell’ottavo posto, il già citato punto addizionale.

Andrew Ferraro / Motorsport Images

Tutto questo non ha scalfito minimamente la vittoria di Sergio Perez, a quota 2 successi quest’anno grazie anche all’affermazione in Arabia Saudita. “Checo” è un maestro sui circuiti cittadini, e ancora una volta ne ha dato una dimostrazione concreta rintuzzando gli attacchi del compagno di squadra Verstappen per oltre 30 giri. Proprio come a Jeddah, sebbene Max sia incappato in problemi di diverso tipo, nel momento in cui le due RB19 si sono ritrovate vicine Checo è rimasto composto e con un ritmo impressionante non gli ha mai permesso di entrare in zona DRS…

"Penso che il primo stint sia stato migliore… Poi è arrivata la Safety Car e ha messo tutti in difficoltà. Quindi è stata un'altra gara con le gomme dure. Credo che la gara sia stata molto combattuta tra me e Max, abbiamo spinto al massimo ed entrambi abbiamo toccato il muro un paio di volte mentre spingevamo. Il modo in cui Max mi ha spinto per tutta la gara è stato davvero difficile da sostenere, ma siamo riusciti a tenerlo sotto controllo.
La stagione è ancora lunga, credo davvero di essere in lotta per il titolo… senza i problemi che abbiamo avuto nelle qualifiche di Melbourne, saremmo anche molto più vicini in classifica io e Max. Quindi, è importante non avere mai più questi problemi e ridurli al minimo, perché credo che sia molto importante assicurarsi che ogni volta che non possiamo vincere facciamo in modo di chiudere al secondo posto rendendo comunque quella domenica una buona giornata”
Sergio Perez

La gara di Leclerc, come anticipato, è stata lo specchio dei progressi Ferrari a Baku: ottimizzando al massimo ogni fase del weekend, il team di Maranello ha concluso finalmente una gara a podio, contenendo la rimonta di un ottimo Alonso su un tracciato poco congeniale alle caratteristiche della sua Aston Martin. Era accaduto già sabato con il secondo posto di Charles nella Sprint, ma la gara vera è tutt’altra cosa…

“È stato un weekend molto buono in termini di massimizzazione del risultato, ma c’è ancora tanto lavoro da fare. Sul giro secco si può fare ancora la differenza perché prendi più rischi, ma quello che abbiamo perso ieri a fine gara lo abbiamo perso oggi a inizio GP perché dovevamo gestire la gomma: ci mancano ancora le prestazioni in determinati punti della gara perché non siamo ancora abbastanza veloci. Sono fiducioso per gli aggiornamenti che arriveranno, so quanto sia bravo il team e sono sicuro che stiamo lavorando nella direzione giusta, ma non so se sarà sufficiente per chiudere il gap con la Red Bull”
Charles Leclerc

Nel midfield gara di gruppo in coda a Ocon e Hulkenberg

La gara alle spalle dei primi otto è stata piuttosto strana, perché dopo la neutralizzazione Ocon e Hulkenberg hanno passato praticamente tutto il tempo in nona e decima posizione… La stranezza sta nel fatto che pur mantenendo con merito queste posizioni in zona punti, sapevano benissimo di doverle cedere ad un certo punto: essendo partiti dalla pit lane su pneumatici Hard, come prescritto da regolamento avrebbero dovuto sostituirli almeno una volta. Questo li avrebbe ricacciati irrimediabilmente nelle retrovie, per cui la strategia adottata - correttamente - da Alpine e Haas è stata quella di tenerli in pista più a lungo possibile, sperando in un’altra Safety Car o in una interruzione con bandiera rossa.

Mark Sutton / Motorsport Images

Queste eventualità non si sono verificate, per cui il 9° posto è andato a Norris e il 10° a Tsunoda; Ocon ha concluso in 15esima posizione, e Hulkenberg addirittura in 17esima. Sebbene non potessero fare molto di più nelle condizioni di gara che si erano venute a creare, sorge spontanea una riflessione più ampia: Liberty Media fa di tutto per incrementare lo spettacolo, spesso e volentieri stravolgendo l’aspetto sportivo della Formula 1… Ebbene, in quale modo può giovare allo show proporre degli pneumatici Hard (mescola C3 ieri, nella fattispecie) che durano un’intera gara senza degradarsi? Proporre delle mescole più soffici - senza eccedere nel versante opposto ovviamente - contribuirebbe ad incrementare l’incertezza attorno alla gara senza snaturare il suo contenuto tecnico e sportivo.

I piloti e i loro team non vedrebbero quella dell’unica sosta ai box come unica opzione percorribile (cosa accaduta già 2 volte su 4 quest’anno, tra Australia e Azerbaijan), e sarebbero incentivati a spingere maggiormente per essere più creativi con le strategie. D’altro canto, i reparti tecnici destinerebbero le loro risorse verso l’obiettivo di “sfornare” monoposto più gentili sulle coperture: sempre di progresso tecnico si parla, un qualcosa perfettamente in linea con il DNA della Formula 1.

Team già proiettati a Miami, in un maggio ricco di gare

Neanche il tempo di festeggiare (o di rimuginare su occasioni perse, a seconda del risultato), e i team sono già alle prese con l’enorme logistica che dovrà spostare il circus da Baku a Miami, dove questo weekend si terrà il quinto appuntamento di questo Mondiale 2023. Nel prossimo mese i team dovranno affrontare ben 4 gare in 5 fine settimana, un vero tour de force che stride con il mese di pausa appena trascorso. Ma i contratti coi circuiti sono già siglati, e pensare di ridistribuire le gare in maniera più omogenea sarebbe stato praticamente impossibile.
Da un punto di vista tecnico, a Miami vedremo parecchi aggiornamenti aerodinamici che le squadre hanno “in cantiere” già da un po’ di tempo: in particolare, sarà interessante vedere se in casa Ferrari i correttivi previsti avranno come risultato un’ottimizzazione della gestione gomme ed il conseguente avvicinamento ai dominatori di questo 2023. Ma questo lo scopriremo molto presto!

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