Sbagliano tutti tranne Max: è suo il GP del Canada!

A giudicare dal risultato del Gran Premio del Canada, si direbbe che la Formula 1 sia tornata a mostrare i valori che hanno contraddistinto le ultime due stagioni. Ma a ben vedere, la vittoria numero 60 in carriera per Max Verstappen nasconde un significato ben maggiore di molti suoi altri successi, perché figlia di una guida priva di errori in un contesto reso ancor più complicato dalla mutevole situazione meteorologica.

Ma come sempre, prima di analizzare quanto avvenuto in gara, vi lascio la classifica finale (per l'occasione accompagnata dai cambi di posizione nell'arco dei 70 giri percorsi):

Ripercorriamo quindi le dinamiche della gara svolta...

L'azzardo delle due Haas al via, e gli immediati problemi Ferrari

Sin dal giro di ricognizione, le nuvole cariche d'acqua che si addensavano sul Circuit Gilles Villeneuve avevano reso chiaro che la situazione meteo avrebbe dettato l'intero andamento della corsa, e in fin dei conti così è stato.

Il primo imprevisto ha riguardato la scelta del muretto Haas di far partire Magnussen e Hulkenberg su pneumatici Full Wet, laddove tutti gli altri 18 partenti avevano optato per le Intermediate a banda verde: al contrario di quanto si possa pensare, tuttavia, l'azzardo strategico ha iniziato a pagare da subito, coi due piloti del team americano impegnati in una rimonta che nell'arco di pochi giri li ha portati rispettivamente al quarto e all'ottavo posto.

Andy Hone / Motorsport Images

Sfortunatamente per Kevin e Nico, il problema è emerso solo a partire dall'ottavo giro, quando la progressiva asciugatura della pista ha mandato in crisi la mescola delle loro Pirelli Full Wet. A quel punto, gli strateghi Haas hanno deciso di splittare la tattica delle due vetture, richiamando ai box Magnussen e lasciando Hulkenberg in pista, alle prese con uno scivolamento sempre più accentuato - nella speranza che il tedesco potesse passare direttamente alle gomme da asciutto nell'arco di pochi giri, evitando così un pit stop aggiuntivo.

In fin dei conti, si può dire che l'azzardo non ha poi pagato, e la gara dei due piloti citati li ha ricondotti nelle anonime posizioni che di solito frequentano...

Zak Mauger / Motorsport Images

Parlando di posizioni anonime, il secondo motivo di interesse delle fasi iniziali di gara è stato legato alla mancata rimonta delle due Ferrari, che sia con Leclerc che con Sainz faticavano a recuperare posizioni, rimanendo invischiati in una lotta poco edificante con Williams, RB e Alpine... Per il pilota monegasco, in particolare, il GP del Canada si è messo da subito male a causa di un problema al motore che gli ha fatto perdere all'incirca 80 cv di potenza, quantificabili in un ritardo di 1.2 s/giro sul tracciato canadese.

Sam Bloxham / Motorsport Images

A peggiorare le cose, nel momento in cui l'asciugatura dell'asfalto ha permesso ai Commissari di Gara di legittimare l'uso del DRS, Charles è stato facile preda di Albon e Tsunoda, in virtù di un delta velocistico prossimo ai 35 km/h in condizioni di ala mobile aperta per questi ultimi. Venendo nello specifico al calo di potenza menzionato, dal box Ferrari nel post gara non si sono sbilanciati sull'entità del problema, dichiarando solo che si sia trattato di qualcosa legato al controllo motore, più che a un'avaria meccanica.

Questa tesi spiega anche come mai, a poco meno di metà gara, una lunga sosta ai box per Charles abbia consentito di effettuare un "power cycle", banalmente un reset della Power Unit che ha di fatto spento l'allarme, ripristinando la piena potenza che per oltre 30 giri non era stata a disposizione del vincitore dello scorso GP di Monaco. A questo punto, pur avendo risolto il problema, un'azzardo strategico lo ha visto rientrare in pista con pneumatici Hard su pista che si stava nuovamente bagnando, il che ha segnato il doppiaggio da parte dei leader della corsa, al quale è seguito il ritiro della SF-24 numero 16.

Il muretto McLaren getta alle ortiche una possibile vittoria per Norris, a vantaggio di Verstappen

Tornando alle posizioni di primissima fascia, dopo una partenza senza nessun cambio di posizione, al giro 20 è stato Lando Norris a rompere gli indugi, sorpassando all'ingresso dell'ultima chicane Verstappen, dopo che gli aveva recuperato un gap di circa 10 secondi mentre l'olandese era imbottigliato alle spalle del leader George Russell.

Al giro successivo è toccato allo stesso Russell subire il sorpasso da parte di Norris, con una MCL38 che in quella fase di gara (così come in molte altre, ad essere onesti) era la vettura più veloce in pista. Nell'occasione del sorpasso - avvenuto nello stesso punto di quello su Verstappen - l'inglese della Mercedes ha commesso un errore che ha comportato il taglio della chicane, rientrando su una traccia particolarmente umida: Max non ha perso un solo attimo, e lo ha infilato senza offrirgli alcuna opportunità di replicare.

Mark Sutton / Motorsport Images

Con queste posizioni, il colpo di scena arriva al giro 25, quando il testacoda e l'urto in barriera di Logan Sargeant determinano l'ingresso della Safety Car: tutti ne approfittano per rientrare ai box e montare un nuovo set di pneumatici Intermediate, tranne il leader della corsa Lando Norris. In quel frangente il muretto box della McLaren, così come lo stesso pilota, avevano tutto il tempo di rientrare ed effettuare un pit stop relativamente tranquillo, ma un'esitazione ha fatto sì che l'inglese rimanesse in pista un giro di troppo, perdendo non solo la leadership, ma anche il secondo posto alle spalle di Russell...

La seconda Safety Car ricompatta il gruppo e riporta in lotta Hamilton!

Alla ripresa della gara, al giro 29, le prime quattro posizioni erano quindi - nell'ordine - di Verstappen, Russell, Norris e Piastri (costantemente i più veloci per tutta la gara, se si esclude Hamilton che ha perso un sacco di tempo dietro la lentissima Aston Martin di Alonso, sempre durissimo da superare). Per quasi 20 giri la situazione è rimasta stazionaria, fino a quando la pista è rimasta abbastanza asciutta da incentivare i front runners a montare pneumatici da asciutto.

Glenn Dunbar / Motorsport Images

E così, alla stregua di quanto accaduto in occasione del precedente regime di Safety Car, anche qui Lando Norris ha deciso per un pit stop posticipato di un giro rispetto a Verstappen e Russell, col risultato di finire nuovamente alle loro spalle, tra un uscita dai box a gomme fredde e un errore nella difficile frenata del tornatino di Curva 10 che lo ha esposto al ritorno della Mercedes... Solo un errore dello stesso Russell (al giro 51) gli ha permesso di riconquistare la piazza d'onore, ma con un distacco di 5.5 s dal leader Verstappen che avrebbe potuto ricucire con molta difficoltà, e a patto di non commettere altri errori!

In realtà la gara ha subito una seconda interruzione, sempre per Safety Car, questa volta dovuta all'incidente innescato dalla Ferrari superstite di Carlos Sainz - e nel quale è stato coinvolto l'incolpevole (e sfortunato) Alex Albon. Cinicamente potremmo dire che questo crash ha interrotto la sofferenza della Ferrari in una gara nella quale non ha mai esibito un passo sufficiente anche solo per rientrare con una certa comodità in zona punti... E se è vero che Leclerc è stato vittima dei problemi menzionati, altrettanto non si può dire per Sainz, che tra le mani ha avuto una SF-24 "sana" ma semplicemente lenta: gli ingegneri del team di Maranello dovranno valutare attentamente se la scarsa prestazione mostrata nel weekend canadese sia stata frutto di condizioni particolarmente svantaggiose, o se si siano commessi errori di setup - che in tal caso dovranno evitare di ripetere in futuro.

Sam Bloxham / Motorsport Images

Approfittando dell'interruzione, chi ha "pensato bene" di rientrare ai box ed effettuare una sosta extra per mettersi in condizione di vantaggio rispetto agli altri sono stati i due piloti Mercedes, optando per mescole esattamente inverse rispetto allo stint precedente: Medium per Russell, Hard per Hamilton. D'altro canto, c'è da dirlo, si tratta dei soli due piloti che potevano permettersi una scelta simile senza sacrificare troppa track position, cosa che invece avrebbe penalizzato tantissimo Verstappen o Norris!

Andy Hone / Motorsport Images

In ogni caso, gli ultimi 12 giri hanno sancito il sorpasso dei citati Russell e Hamilton ai danni di Oscar Piastri, che in definitiva è il pilota che ha più da recriminare dopo una gara corsa su tempi ottimi, a bordo di una McLaren MCL38 che - come detto - è stata per larghi tratti la monoposto più veloce in pista. Il GP del Canada è dunque terminato così, con la vittoria di un Max Verstappen "senza macchia" davanti a una lunga sfilza di piloti che, per un motivo o per l'altro, hanno gettato al vento un'importante occasione di vittoria. Dopo Imola, per l'olandese si tratta di un'altra vittoria meritata al 100%, il cui valore è ancora maggiore se pensiamo alla "figuraccia" rimediata da Perez prima del suo ritiro...

A due settimane dal GP di Spagna, cosa cambia in classifica?

La classifica nel Mondiali Piloti vede la seguente situazione, con Verstappen che naturalmente allunga a +56 sul primo inseguitore (che è ancora Leclerc, ma adesso con Norris a sole 8 lunghezze di distacco). Dietro i primi tre, tra Sainz e Perez il gap rimane di un solo punto, avendo concluso i due il loro GP con uno zero in classifica.

Anche nel Mondiale Costruttori abbiamo un "tonfo" per la Ferrari, che dopo essersi avvicinata di molto alla Red Bull in occasione del GP di Monaco, paga ora un gap di 49 punti. Ora la McLaren è terza a ulteriori 40 lunghezze, un gap che a mio parere non dovrà essere sottostimato nè dal team del Cavallino, nè da quello di Milton Keynes...

Il prossimo Gran Premio si corre tra due settimane a Barcellona, in quella che verosimilmente sarà la penultima tappa in terra catalana prima che il Circus sposti ufficialmente la sede del GP di Spagna a Madrid, evento che accadrà nel 2026.

Un cambio di location che personalmente mi trova contrario, essendo il Circuit de Catalunya una tappa storica in Formula 1, con un layout così completo e probante per le monoposto che spesso abbiamo assistito a dei veri e propri benchmark di quel che sarebbe stato il prosieguo della stagione. Nonostante ciò, nella storia di questo circuito ci sono stati addirittura 10 anni (dal 2007 al 2017) nei quali abbiamo assistito a 10 vincitori diversi, a riprova di un circuito che sa garantire esiti non necessariamente scontati.

Appuntamento quindi tra due settimane, ciao!

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