GP Arabia Saudita: uno strepitoso Ollie Bearman ruba la scena a Verstappen a Jeddah!

(Immagine di copertina: XPB Images)

In mancanza di una concorrenza sufficientemente attrezzata da fermare un imbattibile Max Verstappen e la sua Red Bull, la notte del sabato di Jeddah ci regala una nuova stella nel panorama della Formula 1: stiamo parlando di Ollie Bearman, splendido settimo all'esordio in Ferrari. Del suo Gran Premio - e del GP in generale - ne parliamo subito dopo avervi fornito la classifica finale!

L'analisi telemetrica boccia tutti i rivali di Red Bull: per loro ci sarà da lavorare...

In una gara dallo svolgimento piuttosto lineare, l'analisi prestazionale non fa altro che dare una conferma rispetto a quel che è stato il risultato finale, se non altro per i tre piloti sul podio: Verstappen, Perez e Leclerc. Questi ultimi hanno mostrato un passo gara superiore alla concorrenza, ma - sfortunatamente per lo spettacolo offerto - anche tra loro tre i gap erano sufficientemente ampi da scongiurare qualsiasi ipotesi di bagarre per le prime posizioni.

Analisi del passo gara tenuto dai primi 9 piloti al traguardo nel GP di Arabia Saudita

Analisi del passo gara tenuto dai primi 9 piloti al traguardo nel GP di Arabia Saudita

Analisi del passo gara tenuto dai 5 migliori team nel GP di Arabia Saudita

Analisi del passo gara tenuto dai 5 migliori team nel GP di Arabia Saudita

Come si può vedere dal grafico in alto, a livello di prestazioni espresse dalle migliori vetture semplicemente non c'è stato nulla da fare contro Verstappen e Perez, sia nel primo brevissimo stint su pneumatici Medium che - a seguito della neutralizzazione con Safety Car per l'incidente di Stroll (fortunatamente illeso) - nel resto dei giri percorsi sulle Hard.

Contrariamente a quanto detto all'indomani del Gran Premio del Bahrain, l'esito della gara di Jeddah lascia l'amaro in bocca per chi sperava di osservare dei progressi da parte di Ferrari, McLaren, Mercedes o Aston Martin. Al momento la sola Ferrari sembra avere una posizione ben definita in qualità di seconda forza, mentre gli altri tre team citati appaiono piuttosto incostanti in base alle condizioni di pista sulle quali si trovano a far correre le loro monoposto.

Andy Hone / Motorsport Images

Nonostante ciò, la permanenza di Leclerc in seconda posizione oggi è durata solo un paio di giri, quel che è bastato a Sergio Perez per entrare in zona DRS del monegasco e farne un sol boccone, portandosi nella sua posizione "naturale" alle spalle di Max Verstappen. Alla ripresa delle ostilità dopo la Safety Car, un ulteriore conferma dell'importante gap tra Red Bull e Ferrari ce l'ha data la difficoltà (poca per Checo, tanta per Charles) con cui i due si sono sbarazzati della McLaren di Lando Norris, in quel momento davanti a loro per via di una strategia alternativa che ne ha posticipato il singolo pit stop.

GP Arabia Saudita - Migliori giri personali in gara per i primi 9 piloti al traguardo

GP Arabia Saudita - Migliori giri personali in gara per i primi 9 piloti al traguardo

E poco importa che, nella tornata finale, sia Leclerc che il suo compagno di squadra (una tantum) Bearman siano riusciti a siglare dei giri veloci migliori di quelli di Verstappen e Perez: il passo gara è mancato per larga parte dello stint con le Hard, all'incirca tra il giro 10 e il giro 40... Parlando di Leclerc, c'è poi da fare un'importante constatazione riguardo lo svolgimento del suo sabato.

Analisi dei passi gara di Leclerc (P3), Piastri (P4) e Hamilton (P9)

Analisi dei passi gara di Leclerc (P3), Piastri (P4) e Hamilton (P9)

Come si può osservare isolando i tempi dello stesso Charles in confronto a Hamilton e Piastri, è palese quanto d'aiuto sia stata per il Ferrarista la presenza di Hamilton tra sè e la McLaren di Oscar Piastri. Per tantissimi giri, infatti, Lewis ha corso una gara in difesa contro Oscar per via di una strategia del tutto analoga a quella menzionata prima per Lando Norris, vale a dire improntata a posticipare il più possibile il pit stop ed eseguire un ultimo stint molto breve su pneumatici a mescola Soft.

Mark Sutton / Motorsport Images

Il motivo per cui Piastri non si è sbarazzato di Hamilton dal giro 10 al giro 36 (quando l'inglese è finalmente rientrato ai box) risiede nella bassa velocità di punta della sua MCL38 contro la W15 in condizioni di DRS aperto. Un vero e proprio tema tecnico che gli ingegneri della McLaren dovranno sistemare alla svelta, se vorranno sperare di ottenere buoni risultati partendo al di fuori delle prime due file in griglia di partenza: in questo modo infatti è impossibile pensare di lottare in gara con avversari dotati di una miglior efficienza aerodinamica.

Mark Sutton / Motorsport Images

Tornando a noi, come detto per Leclerc è stata una fortuna avere Hamilton a rallentare Piastri, poiché non appena l'australiano ha iniziato a girare in aria pulita, il passo esibito era del tutto comparabile a quello del monegasco... Sono convinto che Oscar avrebbe avuto qualche possibilità di podio contro Charles, fermo restando che anche contro la (pur carica aerodinamicamente) SF-24 sarebbe stato difficile eseguire un sorpasso. Se non altro, i due avrebbero chiuso la gara a una distanza ben più ravvicinata dei 14 secondi che li hanno separati al traguardo!

Zak Mauger / Motorsport Images

Dietro i primi quattro troviamo un paio di piloti che hanno fatto coppia fissa per tutti i 50 giri di gara, vale a dire Fernando Alonso e George Russell. Tra di loro c'era una differenza di ritmo esigua, tant'è vero che il gap di George da Fernando è oscillato tra 1.2 s e 1.8 s per gran parte dei giri previsti... Insomma, anche oggi è servita una prestazione immacolata dello spagnolo per porre rimedio alle lacune di una Aston Martin AMR24 che ancora fatica a trovare la sua dimensione nel contesto dei top team.

Capolavoro Bearman in settima posizione, battuti Norris e Hamilton!

In settima posizione, come menzionato in apertura di questo articolo, troviamo la seconda Ferrari, quella guidata in quest'occasione dal giovane inglese Oliver "Ollie" Bearman. Il 18enne ha condotto una corsa a mio parere perfetta, nella quale l'obiettivo primario è sempre stato quello di non commettere errori e terminare il proprio sabato contro le barriere: in quest'ottica, sono stati certamente minimizzati i danni nonostante la mancanza di Sainz, oggi ai box in veste di supporter dopo l'intervento reso necessario dalla sua appendicite.

Andy Hone / Motorsport Images

Questo non ha certo significato adottare una condotta di gara rinunciataria, in quanto Bearman ha dovuto eseguire numerosi sorpassi per recuperare dall'11esima posizione in cui - con un po' di sfortuna - si era qualificato ieri. Anche fasi come la partenza e il pit stop sono state gestite alla grande, con un aiuto da parte di Ferrari nel farlo partire con pneumatici di mescola Soft (dotati di più aderenza delle Medium, come sapete) e uno involontario da parte della Safety Car nel permettergli una sosta in condizioni meno esasperate che in regime di green flag.

GP Arabia Saudita - Analisi comparativa degli stint percorsi dai primi 9 al traguardo

Analisi comparativa degli stint percorsi dai primi 9 al traguardo

In generale, abbiamo assistito ad un ritmo non dissimile da quello del compagno di squadra Leclerc, che pure ha percorso gran parte dei suoi 50 giri in aria pulita: come si vede nel grafico in alto, la media dei giri sulle Hard per Bearman è paurosamente vicina a quanto fatto da Alonso e Russell, che come detto erano impegnati al massimo delle loro possibilità per cercare di sopravanzarsi.

Addirittura, per Ollie l'appetito è venuto mangiando, e quando la situazione relativa ai pit stop si è delineata è apparso chiaro che dalla P9 in cui si trovava sarebbe presto avanzato di due posizioni per via dei pit stop obbligatori di Norris e Hamilton. Quando i due sono riemersi dalla pit lane dotati di due set di Soft (contro le Hard che Oliver aveva da molti giri) la sua prima impressione - come confermato in conferenza stampa - è stata che non sarebbe riuscito a tenere dietro di sè i connazionali...

Zak Mauger / Motorsport Images

Ma in quel momento abbiamo capito di che pasta sia fatto il giovane della Ferrari Driver Academy: dopo una rapida consultazione con il suo ingegnere di pista Riccardo Adami, ha inanellato una sequenza di giri veloci personali nonostante le forze lo stessero via via abbandonando, e dagli onboard potessimo vedere il suo collo sballottato a destra e a sinistra dalla forza centrifuga (senza che lui riuscisse a opporvisi). Prima che qualcuno possa contestare una sua mancanza di allenamento, ricordiamo che non esiste una forma di preparazione specifica per i muscoli del collo che vada a simulare le forze sperimentate dai piloti mentre guidano una Formula 1!

In ogni caso, il forcing è bastato per tenere dietro di sè al traguardo Lando e Lewis... Quando le telecamere hanno inquadrato Ollie al parco chiuso dopo la bandiera a scacchi, il suo viso lasciava trasparire la fatica per una gara in cui ha dato il massimo in circostanze difficilissime, e allo stesso tempo l'enorme soddisfazione per aver concluso a punti al debutto in Formula 1, per giunta su una monoposto speciale come la Ferrari. Un weekend che Bearman non dimenticherà mai, in attesa che la splendida prestazione di oggi lo lanci prepotentemente sul mercato piloti in ottica 2025...

Punto d'orgoglio per Hulkenberg e la Haas, adesso in cima al midfield

A chiudere la zona punti la Haas di Nico Hulkenberg, autore di una gara sì positiva, ma che probabilmente non gli avrebbe garantito il punto iridato che ha invece conquistato se non fosse stato per il suo compagno di squadra Kevin Magnussen...

Andy Hone / Motorsport Images

Per capire la dinamica di squadra che ha portato Haas in un colpo solo in sesta posizione nel Mondiale Costruttori (in virtù del singolo punto conquistato), occorre specificare che Nico e il suo muretto box hanno optato per una strategia del tutto analoga a quella di Norris e Hamilton. Tuttavia, il tedesco non aveva nella sua VF-24 un'arma che gli avrebbe permesso di recuperare posizioni con facilità se fosse rientrato in pista nel traffico a seguito del pit stop tardivo: per questo motivo, in Haas hanno sfruttato la presenza di Magnussen (sul quale peraltro pendevano due penalità da 10 secondi per un paio di manovre borderline) davanti a un gruppo molto numeroso di vetture per rallentare il più possibile queste ultime!

Zak Mauger / Motorsport Images

Quando Hulkenberg è uscito dai box, il piano è riuscito alla perfezione e lui si è trovato in un colpo solo davanti allo stesso Magnussen, Albon, Ocon, Tsunoda, Sargeant, Ricciardo e Bottas. Insomma, non si può certo dire che il "sacrificio" di Kevin non abbia dato alla squadra i propri frutti.

Sempre a proposito del midfield e del gruppo in coda allo schieramento, poco da segnalare se non una pessima prestazione delle due Stake di Zhou e Bottas, con tanti problemi durante i pit stop che purtroppo fanno seguito a quanto visto in Bahrain; ma ahimè, anche con delle soste più rapide, le due C44 non avrebbero comunque brillato.

Per loro, così come per tutti gli altri, ci saranno ora due settimane prima del ritorno in pista nel Gran Premio d'Australia. Noi ci ritroveremo qui per analizzare e commentare quanto accadrà nel weekend di Melbourne; nel frattempo, vi ricordo che trovate Race Analysis anche sulle pagine social di Instagram, Threads, X e YouTube. A presto!

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