GP Singapore: un Sainz in versione stratega regala a Ferrari la prima vittoria del 2023

Che gara a Singapore! Nel giorno in cui i dominatori del 2023 si fanno da parte, ne esce un Gran Premio incerto nel suo esito fino all'ultimo giro: a spuntarla è Carlos Sainz, autore di 62 giri all'insegna della tattica.

Vediamo la classifica completa al termine della gara:

Solo la strategia Mercedes ha rischiato di far perdere la vittoria a Sainz

Come spesso accade a Singapore, la gara si gioca a livello strategico... Come visto nel 2019 con Leclerc o l'anno precedente con Hamilton, ad esempio, è uso comune per chi si trova in testa alla gara non imprimere un ritmo forsennato, cercando invece di tenere il gruppo il più compatto possibile.

Glenn Dunbar / Motorsport Images

Così facendo, si spegne sul nascere qualsiasi tentativo di undercut da parte di chi segue, dato che effettuare un pit stop in condizioni di gruppo compatto significa finire nel traffico di vetture più lente... Sapendo questo, Sainz e il muretto Ferrari hanno optato per un primo stint piuttosto rilassato, a tal punto che - aprendosi in radio - Carlos ha comunicato al suo ingegnere di pista Riccardo Adami: "Potrei arrivare in fondo alla gara con questo passo!"

L'occasione per effettuare il primo pit stop senza rischiare di perdere la leadership in favore di Norris e Russell, in quel momento dietro il duo Ferrarista, è stata propiziata dall'urto contro le barriere della Williams di Logan Sargeant. La gran quantità di detriti lasciati in pista dal pilota americano ha costretto la direzione gara a neutralizzare la corsa tramite Safety Car, per cui sono rientrati ai box, nell'ordine:

  • Sainz (entrato in P1, uscito in P1);
  • Russell (entrato in P3, uscito in P3);
  • Norris (entrato in P4, uscito in P5);
  • Leclerc (entrato in P2, uscito in P6);
  • Hamilton (entrato in P5, uscito in P7);

In seconda e quarta posizione, tra gli avversari appena citati, si erano inserite le due Red Bull di Verstappen e Perez. La strategia del muretto anglo-austriaco era semplice, in quanto dopo aver fatto partire i loro due piloti con pneumatici Hard, speravano di percorrere un lunghissimo primo stint per poi guadagnare qualche posizione nel finale di gara, dove avrebbero montato - come poi han fatto - le più performanti Medium.

Mark Sutton / Motorsport Images

Alla ripartenza dal regime di Safety Car, Russell e Norris hanno avuto vita facile nel sorpassare Verstappen e ricongiungersi al leader Sainz, mentre la situazione si è complicata non poco per Leclerc, che - oltre ad aver perso le due posizioni citate - è stato passato anche da Hamilton nel tentativo di sopravanzare Perez... La gara di Charles, sacrificato dal muretto Ferrari per proteggere la vittoria del compagno di squadra, è stata bersagliata da continui innalzamenti della temperatura motore non appena il monegasco si avvicinava troppo a qualsiasi avversario.

"Oggi è normale che io sia stato sacrificato, ne avevamo già discusso prima della gara. Nel primo stint la situazione era un po' diversa, perché avevamo un passo migliore rispetto alle Mercedes, per cui era positivo. Per questo ho chiesto se fosse possibile cambiare la strategia; però poi abbiamo fatto benissimo, perché Carlos è riuscito a vincere e quello è ciò che conta. Da parte mia avrei voluto avere un risultato migliore, perché il passo c'era. Tuttavia, quando Russell e Hamilton mi hanno passato, ho capito che quella sarebbe stata la fine della mia gara [...] La prestazione oggi è stata molto positiva, perché su una pista ad alto carico è bello far vedere questo tipo di performance, soprattutto dopo le difficoltà di Zandvoort!"

Charles Leclerc

La tattica di tenere il gruppo compatto da parte di Carlos Sainz è durata fino al giro 44, quando l'improvviso problema tecnico occorso alla Alpine di Esteban Ocon (fermatosi a bordo pista in prossimità di Curva 1) ha determinato una Virtual Safety Car. In questa circostanza, il muretto Mercedes ha deciso - correttamente a mio parere - di cedere la track position per richiamare entrambi i suoi piloti ai box, montare sulle loro W14 dei set di pneumatici Medium nuovi e cercare di recuperare il gap di circa 15 secondi incamerato nei confronti di Sainz.

Andy Hone / Motorsport Images

Il ritmo imposto da Russell e ancor più da Hamilton è stato da subito estremamente più rapido dei battistrada, e da un rapido calcolo si è capito che il tempo per riagguantare la prima posizione - anche al netto dei sorpassi da effettuare - ci sarebbe stato tutto. Una volta sorpassato Leclerc, quest'impressione è stata ancor più evidente in quanto sarebbe rimasto il solo Norris a fare da baluardo per il pilota spagnolo della Ferrari. Ma qui viene il bello...

Jake Grant / Motorsport Images

Avvisato dell'arrivo di Russell e Hamilton, Sainz ha deciso di proposito di far avvicinare Norris (che era staccato di circa 1.6 s) per consentirgli di usare il DRS e difendersi dagli attacchi delle due Mercedes. La strategia ha funzionato alla perfezione per tutti gli ultimi 4 giri, e - proprio nel corso della 62esima e ultima tornata di gara - Russell ha esagerato in Curva 10 ed è andato a muro, perdendo un podio che già iniziava ad andargli stretto.

"E' una sensazione incredibile, un fine settimana incredibile... Voglio ringraziare ogni membro della Ferrari per aver fatto uno sforzo incredibile per dare una svolta a questa stagione. Sono sicuro che tutta l'Italia e tutti i tifosi Ferrari siano felici [...] Oggi abbiamo cercato di gestire i nostri limiti sul degrado gomme, ma poi è arrivata la Safety Car prima di quanto ci aspettassimo, per cui ho dovuto fare uno stint molto più lungo sulle Hard cercando di tenere dietro George. Negli ultimi giri ho cercato di dare il DRS a Lando per aiutarlo, e così siamo riusciti ad arrivare primi"

Carlos Sainz

"Mi mancano le parole perché siamo arrivati vicinissimi al nostro obiettivo... Mi sono affiancato a Lando, e se fossi riuscito a superarlo avrei avuto l’opportunità di vincere. È stata una gara lunghissima e molto dura fisicamente, ma ho pagato a caro prezzo un errore per un paio di centimetri mentre spingevo al limite. Sinceramente non ho altro da dire"

George Russell

Ne ha beneficiato Hamilton, che come detto ha mostrato un passo gara migliore nell'ultimo stint e che probabilmente rimpiangerà quanto accaduto in partenza, dove a seguito di un'escursione fuori pista aveva deciso volontariamente di cedere la propria posizione a Russell e Norris, nel tentativo di evitare una penalità che - si è scoperto in seguito - non sarebbe mai arrivata!

"Per prima cosa voglio fare le mie congratulazioni a Carlos e a Lando, che hanno fatto un grande lavoro. Noi avevamo impostato il weekend in maniera diversa, per fare una strategia diversa in gara. Secondo me la gara era da due soste, ma bisogna dire che gli altri hanno fatto un lavoro fantastico oggi [...] L'errore nelle prime curve è stato un peccato, però ho tenuto la testa giù ed ho continuato a spingere. Una grossa sfortuna anche per George: stavamo spingendo talmente forte per riprendere quelli che avevamo davanti che abbiamo surriscaldato le gomme, e ha commesso un errore. Oggi dobbiamo solo essere contenti di quello che abbiamo fatto"

Lewis Hamilton

La gara anonima delle due Red Bull, l'occasione persa da Alpine e il disastro Aston Martin

Per quanto possa sembrar strano, quest'oggi ci tocca parlare di Red Bull non in qualità di dominatori del weekend (come accaduto nelle 14 tappe prima di Singapore), ma tra i team che hanno faticato maggiormente... La strategia di partire su pneumatici Hard, col senno di poi, si è rivelata fallimentare: troppi tasselli avrebbero dovuto mettersi al loro posto per far sì che Verstappen e Perez potessero riportarsi sul gruppo di testa, per cui credo che un primo stint all'attacco sulle Soft sarebbe stato un compromesso strategico migliore, soprattutto dovendo recuperare da posizioni di partenza a centro gruppo.

Mark Sutton / Motorsport Images

Qualsiasi considerazione strategica, tuttavia, si scontra con una banale verità: le prestazioni mostrate in tutto il weekend di Singapore da parte di Red Bull non erano sufficienti per impensierire Ferrari, McLaren e Mercedes. Insomma, per una volta il team di Milton Keynes si è trovato nella situazione che solitamente devono affrontare i suoi rivali!

"Tutto è andato contro di noi anche in gara con le Safety Car, quindi è stato forse lo scenario peggiore [...] Chiaramente abbiamo imparato parecchio da oggi e forse anche da quello che abbiamo sbagliato ieri: non posso entrare nei dettagli, ma potremo dimostrarlo solo l'anno prossimo, se torneremo qui [...] Penso che a Suzuka saremo di nuovo veloci..."

Max Verstappen

In casa Alpine gli 8 punti conquistati grazie al sesto posto di Gasly sono un bottino misero, se si pensa che Ocon avrebbe potuto piazzarsi in P5. Ma, come accennato, un problema tecnico ha messo fine alla sua gara a 20 giri dalla bandiera a scacchi, per cui il francese si dirige verso Suzuka con uno zero di troppo in classifica piloti.

Andy Hone / Motorsport Images

Sorte peggiore è capitata ad Aston Martin, che dopo il forfait di Stroll a causa del violento incidente in qualifica si ritrovava a partire col solo Alonso. Proprio Fernando è incappato nella peggior gara dell'anno, dove gli è successo praticamente di tutto: una penalità di 5 secondi per aver oltrepassato la linea di ingresso corsia box, un interminabile pit stop a causa di un errore dei suoi meccanici, un lungo in Curva 14 e - dopo 62 giri da dimenticare - l'arrivo al traguardo in 15esima e ultima posizione.

Steven Tee / Motorsport Images

"È stata una serata estremamente difficile, tutto quello che poteva andare storto è andato storto per noi. Siamo venuti qui con grandi speranze, ma Singapore è un evento unico... Dovremo analizzare i dati perché la macchina era molto difficile da guidare, aveva pochissimo retrotreno e questo ha portato a un consumo anomalo delle gomme. Ovviamente non abbiamo ancora le risposte, ma speriamo di poterci liberare di tutte queste cose negative, di imparare da esse e di migliorare in Giappone"

Fernando Alonso

Altri spunti di riflessione a centro gruppo...

Da segnalare poi l'ottima prestazione dell'altra McLaren, con Piastri che è risalito dalla 17esima posizione di partenza fino a una meritatissima P7, e i primi punti in carriera per Liam Lawson, che a bordo della poco performante Alpha Tauri AT04 chiude in P9 alle spalle di Sergio Perez.

"Oggi avremmo dovuto essere noi in P8, stavamo correndo in una buona posizione e avevamo un’ottima strategia. Ci aspettavamo l’ingresso della Safety Car e infatti avevamo conservato il nuovo set di pneumatici Medium per quella situazione [...] Abbiamo trascorso una gara davvero positiva, risalendo il gruppo, arrivando in nona posizione e avvicinandoci a Lawson. Probabilmente ci sarebbero serviti ancora un paio di giri per superarlo, ma poi ho avuto un contatto con Perez dopo che lui ha fatto una manovra, a mio avviso, molto ottimistica. Questo mi ha messo fuori dai punti"

Alexander Albon

Proprio Perez si è reso protagonista, suo malgrado, di una rimonta molto "sporca" nella sua condotta, ma che comunque non ha potuto non evidenziare l'abisso in termini di rendimento che c'è tra lui e il compagno di squadra Verstappen. Tra gli avversari la cui gara è stata rovinata da Perez troviamo Tsunoda (ritiratosi infatti nei primissimi giri) e Alex Albon, che a poche tornate dalla bandiera a scacchi ha dovuto abbandonare la P8 in cui si trovava a causa di un'entrata sconsiderata del messicano in Curva 13. I 5 secondi di penalità comminati a quest'ultimo sono stati comunque irrilevanti ai fini della classifica finale, che vede il pilota Red Bull conservare l'ottava posizione su Lawson e sulla Haas di Magnussen.

Per tutti c'è subito l'esame Suzuka per confermare o rivendicare i risultati di Singapore

Il weekend di Marina Bay si chiude quindi con la prima vittoria non-Red Bull del 2023, un evento più unico che raro in questa stagione dominata dal team di Milton Keynes. Già in questo fine settimana il paddock si sposta verso la leggendaria Suzuka, per disputare quel Gran Premio del Giappone che lo scorso anno incoronò Max Verstappen Campione del Mondo per la seconda volta.

Ma a sorridere oggi, dopo tante delusioni e tanti errori, è la Ferrari: magari non si tratterà di una svolta in questo Campionato, ma è pur sempre un valido motivo per issare una bandiera a Maranello...

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