C'è un nuovo sceriffo in città: dominio di Leclerc ad Austin!

(Immagine di copertina: Charles Leclerc)

Che dominio di Leclerc ad Austin! Il monegasco della Ferrari vince una gara in completa solitudine come non gli accadeva dal GP d'Australia 2022 a Melbourne... Una vittoria conquistata in partenza grazie al duello in Curva 1 tra Verstappen e Norris, ma certificata da un passo gara che nessuno ha saputo eguagliare: andiamo a scoprire come sia maturato il successo in questo GP degli Stati Uniti!

In partenza la chiave della gara: Charles intelligente ad approfittare dell'attacco di Max a Lando

Come anticipato, il momento clou del Gran Premio è stato in partenza, frangente in cui Norris dalla pole e Verstappen dalla seconda posizione sono scattati in maniera pressoché identica; ma in approccio di Curva 1, trattandosi di Verstappen, c'erano pochi dubbi che avrebbe lanciato un attacco aggressivo nei confronti del suo rivale: così è stato, col risultato che i due sono finiti oltre i limiti della pista in uscita di curva, permettendo a Charles Leclerc di passare entrambi, e a Carlos Sainz di avere la meglio del solo Norris.

Steve Etherington / Motorsport Images

La staccata del Campione del Mondo nei confronti dell'inglese della McLaren era certamente aggressiva e altrettanto sicuramente fuori misura, avendo portato la sua stessa RB20 oltre il cordolo, ma si sa che al primo giro da parte dei commissari di gara c'è un atteggiamento meno fiscale, trattandosi appunto di una fase della gara in cui i contatti sono quasi inevitabili.

L'abilità di Verstappen, come abbiamo visto negli anni, sta nel muoversi sul filo del limite regolamentare: per questo motivo bisogna constatare che Lando avrebbe potuto scegliere una traiettoria più interna e "chiudere la porta", per evitare che di lasciare libero lo spazio di una vettura alla sua sinistra!

Andy Hone / Motorsport Images

Sempre nel corso del primo giro, arrivati in Curva 12 è stato Sainz a provare il sorpasso nei confronti di Verstappen, con una staccata che - anche questa volta - ha portato entrambi oltre i confini della pista. In quest'occasione, però, lo spagnolo è stato molto intelligente nel lasciar sfilare la Red Bull del rivale, consapevole che un eventuale sorpasso in tali circostanze sarebbe potuto essere passibile di penalità (come infatti ne abbiamo viste molte nel prosieguo della corsa...).

Zak Mauger / Motorsport Images

Dopo un paio di giri un altro colpo di scena: l'uscita di pista di Lewis Hamilton in Curva 19, con un testacoda che ha lasciato definitivamente in ghiaia la sua Mercedes W15 e ha provocato l'uscita della Safety Car. Un errore insolito per l'inglese, che - anche riprendendo le dichiarazioni post-gara di Toto Wolff - potrebbe non essere stato causato al 100% da un errore di guida: in qualsiasi caso, siamo certi che Hamilton non ricorderà quest'edizione del Gran Premio degli Stati Uniti con piacere, dal momento che tutto il weekend lo ha visto alle prese con guai di diversa natura e portata, fino al ritiro che ha posto fine alla sua gara.

All'attacco nel primo stint, in gestione nel secondo: contro questa Ferrari non c'era nulla da fare...

Tornando alla gara di vertice, nel momento in cui la Safety Car è tornata ai box e si è tornati in regime di bandiera verde, nonostante un'ottima ripartenza Max Verstappen non ha avuto alcuna possibilità di conquistare la leadership, vedendo anzi Charles Leclerc che - giro dopo giro - costruiva un margine di sicurezza in prima posizione. In tutto lo stint iniziale su pneumatici Medium, infatti, il passo tenuto dal Ferrarista è stato inavvicinabile, con un gap che in occasione del pit stop (al giro 26) ha sfiorato i 10 secondi.

Sam Bloxham / Motorsport Images

Dietro i primi tre, i piloti McLaren invece sono stati invece penalizzati da una scelta tattica ancora una volta discutibile del muretto box, che ha imposto loro un passo molto lento nei primi 15 giri, con l'idea di fare una sosta ai box in meno degli avversari, che secondo le previsioni avrebbero dovuto compiere 2 pit stop. Quando è apparso chiaro che nessuno avrebbe impostato i 56 giri di gara su due soste, il piano del team di Woking è andato in fumo, lasciando a Norris e Piastri il solo vantaggio tecnico di un "tyre delta" consistente con cui provare quanto meno a recuperare una posizione sul podio...

Sam Bloxham / Motorsport Images

A quel punto per Charles la "minaccia" numero uno, se così si può chiamare, è diventata la vettura gemella di Carlos Sainz, che grazie ad un undercut ben riuscito su Verstappen era riuscito a sopravanzare quest'ultimo, ponendo le basi per una doppietta Ferrari che mancava dal GP d'Australia di inizio stagione. Ma si sa, a parità di vettura e con un gap di tutta sicurezza (6.5 s nel momento in cui i due piloti della Rossa si sono ritrovati senza ulteriori soste da compiere) è difficile pensare di stravolgere il risultato di una gara, tanto più che in testa alla gara Leclerc non ha forzato quasi per nulla sulle Hard, concedendosi solo sporadicamente qualche tentativo di giro veloce, sfortunatamente non andato a buon segno...

La rimonta delle due McLaren, Norris nuovamente battuto da Verstappen!

Arrivando quindi agli ultimi 20 giri di gara, lo scenario che si è concretizzato è stato quello di un recupero di Norris (in P4) sulla terza posizione di Verstappen. Ed è qui che l'olandese, in una condizione di inferiorità tecnica, ha tenuto a bada alla grande il suo rivale per il Titolo Mondiale, gestendo alla perfezione usura gomme e stato di carica del pacco batterie della sua Power Unit in attesa del riaggancio e della conseguente lotta corpo a corpo.

Quando, al giro 51 su 56, Norris ha provato il primo affondo in Curva 12 dopo il lungo rettilineo affrontato con il DRS, Max gli ha fatto capire immediatamente che non avrebbe avuto vita facile, e si è esibito in una vera e propria masterclass di incroci di traiettoria, posizionamenti della vettura e massimizzazione del grip nelle fasi di trazione che gli ha permesso di rimanere davanti alla McLaren MCL38 in livrea "Chrome".

Sam Bagnall / Motorsport Images

Al giro 52 la situazione si è fatta ancor più calda, e sempre in Curva 12 i due sono sfociati entrambi oltre i limiti della pista, provocando un'investigazione della manovra da parte della FIA: questa volta i commissari hanno deciso (correttamente, a parere di chi scrive) che a trarre maggiore vantaggio dall'infrazione è stato Norris, che al punto di corda si trovava alle spalle di Verstappen. In altre parole, avendo sopravanzato il rivale solo dopo essere uscito dalla pista, l'inglese si è visto comminare una sanzione di 5 secondi, che ha sancito di fatto la perdita della terza posizione e - fattore ben più importante - una perdita di 3 punti da Max laddove avrebbe potuto guadagnarne altrettanti!

Dalla pit lane alla sesta posizione: una gara in rimonta per Russell

Mentre tra i primi 5 si consumava la lotta per la vittoria (se di lotta si può parlare, avendo delineato il chiaro dominio di Leclerc), alle spalle di questo gruppo abbiamo assistito a due gare in rimonta, da parte rispettivamente di George Russell (P6) e di Sergio Perez (P7). Inutile dire che il recupero del pilota Mercedes ha molto più valore di quello del suo collega in Red Bull, dato che il primo partiva dalla pit lane, mentre il secondo dalla decima casella in griglia.

Simon Galloway / Motorsport Images

Con la sesta posizione guadagnata proprio nel finale su Checo, George Russell salva il salvabile in un weekend che - come detto a proposito di Hamilton - è stato disastroso per il team con sede a Brackley. Giudicando le prestazioni delle ultimissime gare pare impossibile pensare alla W15 come alla vettura che ha vinto due gare importanti come Silverstone e Spa (assieme al successo nel Gran Premio d'Austria, che però era maturato in condizioni molto fortunose...).

Simon Galloway / Motorsport Images

A proposito dei due piloti menzionati, vale la pena fare un ragionamento in termini di Classifica Costruttori: la situazione attuale di Campionato vede la Mercedes in quarta posizione e "condannata" a rimanervi, dato che il trio di team in testa è molto lontano, ma lontana lo è anche l'Aston Martin in quinta posizione in classifica...

Proprio nel trio di testa, invece, troviamo la Red Bull di Perez: il team anglo-austriaco, pur essendo al momento in seconda posizione, si trova in fase calante e ben presto ci potrebbe essere il sorpasso da parte della Ferrari... Difficile non attribuire al pilota messicano responsabilità in queste circostanze di classifica, ma già la prossima settimana Checo avrà una possibilità per essere più utile alla causa della sua squadra nel suo Gran Premio di casa, quello di Città del Messico.

Lawson e Colapinto, una prestazione memorabile per i due rookies...

Infine, chiudiamo l'analisi di questa gara menzionando due rookies - o quasi, dato che Lawson lo scorso anno ha disputato alcune gare - che si sono resi autori di due prestazioni assolutamente sopra le righe. Laddove il neozelandese, partendo dal fondo della griglia, ha conquistato il nono posto alle spalle di un ottimo Hulkenberg, l'argentino della Williams Colapinto ha chiuso la zona punti, facendo la differenza rispetto a un Alex Albon che in questo finale di stagione non sta riuscendo ad imporre la propria superiorità su un debuttante molto coriaceo.

Glenn Dunbar / Motorsport Images

Non è da poco assistere a gare come quella corsa da Franco Colapinto, e ormai - tra appassionati come tra gli addetti ai lavori - ci sono pochissimi dubbi sul fatto che il pilota della vettura numero 43 meriti di rimanere in Formula 1 anche l'anno prossimo. Le possibilità sono poche al momento, ma c'è da augurarsi che i team abbiano il coraggio di puntare su un giovane venuto dal nulla che sta risponendo coi risultati alle perplessità di chi credeva che la sua chiamata nella massima serie per sostituire Sargeant fosse stata affrettata...

Con la chiusura di questa analisi vi do appuntamento al Gran Premio del Messico, sempre su queste pagine, il prossimo fine settimana!

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