Prove Libere GP Arabia Saudita: sempre Max, ancora Max. Cosa aspettarci dalle Ferrari?

Con lo spegnersi dell’impianto di illuminazione artificiale del Jeddah Corniche Circuit va in archivio il primo giorno di attività in pista. Le prime due sessioni di prove libere del Gp di Arabia Saudita confermano, al di là dei meri tempi sul giro, una Red Bull assoluta dominatrice con Max Verstappen sempre in grado di mettere alle proprie spalle un comunque valido Sergio Perez, e un folto gruppo di inseguitori (quanto mai compatto) capitanato da un gran Fernando Alonso.

I tempi espressi dai due piloti Ferrari, invece, sono indecifrabili tanto quanto le prove libere dello scorso Gran Premio in Bahrain: pare che la strategia del team di Maranello, in questo 2023, sia di valutare i livelli di potenza da deliberare in vista di qualifiche e gara sfruttando come riferimento le due Haas (con Hulkenberg 8° in grado di battere il miglior tempo di Leclerc 9° e Sainz 10°).

Analizziamo in profondità quanto accaduto in FP1 e - soprattutto - FP2, con l’ausilio dei dati telemetrici.

Mini-simulazione gara al termine di FP1 poco rappresentative…

Come sappiamo, i tracciati sui quali si corre in notturna presentano una caratteristica ambientale che spesso rende praticamente prive di significato alcune sessioni: la prima sessione del venerdì, così come la terza sessione prevista alle 14.30 del sabato italiano, vedono un tracciato con temperature molto più alte di quelle che i piloti troveranno in gara, per cui gli stessi team investono poco tempo e poche risorse nel cercare di mettere a punto le monoposto in funzione di queste condizioni ambientali.

In quest’ottica, non sorprende che le simulazioni gara spesso effettuate al termine delle FP1 siano state accorciate molto dai team, laddove la Red Bull - per rimanere nell’ambito dei top team - ha ignorato completamente i long run, preferendo eseguire altri run da qualifica.

FP1 - Grafico dei tempi sul giro in simulazione gara (Mercedes, Ferrari e Alonso)

FP1 - Grafico dei tempi sul giro in simulazione gara (Mercedes, Ferrari e Alonso)

Ci restano così i soli dati di Mercedes e Ferrari, dati che - come già detto - di per sé sono poco significativi. Tuttavia, per completezza si è deciso di riportarli: in condizioni di alte temperature è stata la SF-23 ad avere la meglio sulla W14 ma, come vedremo analizzando la seconda sessione, il calare della notte in Arabia Saudita ha ravvicinato le forze in campo. Per l’Aston Martin di Fernando Alonso, invece, non è nemmeno possibile parlare di long run, avendo percorso il pilota spagnolo solo 3 giri di seguito - seppur su tempi di rilievo.

FP2: Mucchio selvaggio dietro le Red Bull, incognita Ferrari?

Come anticipato, per via delle condizioni ambientali più affini alla gara, le FP2 possono essere considerate decisamente più rilevanti. Sia i migliori riscontri sul giro che le importanti simulazioni gara svolte negli ultimi 20 minuti hanno ribadito lo stesso concetto: Max Verstappen è al momento imprendibile, e solo Perez e Alonso possono pensare di contendersi la seconda posizione. Dal quarto crono in giù, abbiamo assistito ad uno spettacolo piuttosto ravvicinato, con l’incognita relativa a Ferrari.

FP2 - Miglior tempo assoluto sul giro di ogni pilota

FP2 - Miglior tempo assoluto sul giro di ogni pilota

FP2 - Analisi dei tempi per settore nel miglior giro assoluto di ogni pilota

FP2 - Analisi dei tempi per settore nel miglior giro assoluto di ogni pilota

FP2 - Speed Trap [km/h] nel miglior giro assoluto di ogni pilota

FP2 - Speed Trap [km/h] nel miglior giro assoluto di ogni pilota

L’analisi combinata dei parziali ottenuti nel proprio miglior giro e delle velocità di punta riscontrate nello stesso ci permette di tirare fuori alcune considerazioni circa la metodologia di lavoro utilizzata dai team.

Quello di Jeddah è infatti un circuito in cui avere una configurazione ad alto carico aerodinamico risulta vantaggioso solo nel primo settore, mentre gli altri due richiedono alte velocità di punta - e quindi tanta efficienza aerodinamica.

In questo senso, vedere le due Red Bull con i migliori parziali nel primo settore e contemporaneamente capaci di arrivare a 331 km/h di velocità massima dà un ulteriore saggio del loro livello di competitività attuale.

Motorsport Images / Glenn Dunbar

Quali altri team hanno optato per un assetto “scarico” aerodinamicamente? Sicuramente troviamo Mercedes, Williams e Haas, anche se la scuderia italo-americana - come detto in apertura - è stata usata come riferimento in Ferrari circa i livelli di potenza della Power Unit, per cui è possibile che i 331 km/h di Hulkenberg e i 329 km/h di Magnussen siano figli di una mappatura motore spinta, più che di configurazione aero da basso carico.

All’estremo opposto ci sono le due Alpine di Ocon e Gasly, che in virtù di ali molto cariche non vanno - rispettivamente - oltre i 324 km/h e i 320 km/h. Anche in Alpha Tauri i rilevamenti sul dritto non sono particolarmente entusiasmanti, ma già dal primo appuntamento in Bahrain si è visto come la vettura del team di Faenza non sia particolarmente brillante in termini di prestazioni assolute, per cui è comprensibile che gli ingegneri abbiano deciso di compensare la carenza di downforce intrinseca nella AT04 con ali molto cariche. Ovviamente questo si è ripercosso sulle velocità massime, mai oltre i 320 km/h: se l’assetto scelto a Faenza per la gara dovesse essere quello visto in FP2, lascerebbe Tsunoda e De Vries parecchio vulnerabili in gara agli attacchi degli avversari nelle ampie zone DRS.

Motorsport Images / Steven Tee

La Ferrari in questo tipo di analisi sta nel mezzo: 327 km/h di velocità di punta, ma con la “promessa” di mettere in pista più cavalli in qualifica e in gara.

Analisi telemetrie: quali sono i punti di forza di ogni team?

Le considerazioni prestazionali appena espresse trovano riscontro anche nell’analisi telemetrica, per la quale si è scelto di confrontare i migliori giri di Verstappen, Alonso, Ocon, Russell, Hulkenberg e Leclerc (rigorosamente in ordine di classifica).

FP2 - Confronto telemetrico fra Verstappen, Alonso e Leclerc (traccia di velocità, istante per istante)

FP2 - Confronto telemetrico fra Verstappen, Alonso e Leclerc (traccia di velocità, istante per istante)

Dall’analisi delle velocità traspare una Red Bull che la fa da padrona sui rettilinei, il che non è una novità rispetto a quanto detto poc’anzi. La novità, invece, sta nelle prestazioni dell’Aston Martin di Fernando Alonso in fase di accelerazione. Come si può osservare, la traccia di velocità della sua AMR23 è sempre sfasata verso sinistra rispetto alla RB19 di Verstappen e alla SF-23 di Leclerc: questo significa che in fase di trazione lo spagnolo ha la possibilità di mettere a terra i cavalli della sua Power Unit Mercedes in maniera più efficace dei suoi avversari, il che si traduce in un vantaggio prestazionale non di poco conto.

FP2 - Confronto telemetrico fra Alonso, Ocon e Russell (traccia di velocità, istante per istante)

FP2 - Confronto telemetrico fra Alonso, Ocon e Russell (traccia di velocità, istante per istante)

Se si prende il riferimento di Fernando Alonso e lo si va a sovrapporre invece con le tracce di velocità dell’Alpine A523 di Ocon e della Mercedes W14 di Russell, si può notare che il vantaggio appena menzionato si attenua, specialmente nel confronto con la Mercedes ufficiale. Questo fa pensare che il vantaggio in fase di accelerazione sia dovuto al particolare tipo di erogazione della potenza da parte della Power Unit tedesca, che preferisce “spendere” energia tramite MGU-K e MGU-H nelle parti iniziali dei rettilinei, per poi accettare un clipping neanche tanto esagerato.

Per “clipping”, ricordiamo, si intende la fase in cui - a fine rettilineo - la spinta extra dovuta alla parte elettrica della Power Unit si esaurisce, comportando un abbassamento della velocità prima ancora di arrivare in staccata. I più curiosi di voi ricorderanno le prestazioni deludenti della McLaren-Honda nel triennio 2015-2017: beh, specialmente nel primo anno il clipping della Power Unit nipponica era talmente esagerato da cominciare prima della metà dei rettilinei!

FP2 - Confronto telemetrico fra Hulkenberg e Leclerc (traccia di velocità, istante per istante)

FP2 - Confronto telemetrico fra Hulkenberg e Leclerc (traccia di velocità, istante per istante)

Tornando alle nostre analisi telemetriche, a corredo di quanto detto circa la modalità conservativa scelta sulle Power Unit di Leclerc e Sainz, si può osservare il confronto con il già citato team Haas: in ogni allungo, si può osservare grazie alla “cavia” Hulkenberg ciò di cui sarebbe capace la SF-23 dei due piloti del Cavallino.

Ma non è finita qui: le telemetrie ci danno informazioni utili anche circa virtù e difficoltà di guida riscontrate da ognuno: ad esempio, con quanta facilità permette ogni monoposto di andare sul pedale del gas?

FP2 - Confronto telemetrico fra Verstappen, Alonso e Leclerc (pedale dell'acceleratore [%] istante per istante)

FP2 - Confronto telemetrico fra Verstappen, Alonso e Leclerc (pedale dell'acceleratore [%] istante per istante)

FP2 - Confronto telemetrico fra Alonso, Russell e Ocon (pedale dell'acceleratore [%] istante per istante)

FP2 - Confronto telemetrico fra Alonso, Russell e Ocon (pedale dell'acceleratore [%] istante per istante)

I due grafici telemetrici mostrano in questo caso due peculiarità, relative a Ferrari e Mercedes:

  • Entrambe le vetture costringono i loro piloti, Leclerc e Russell, ad esitazioni nel primo e secondo settore: questo è indice di un bilanciamento non ancora ottimale, ma il progressivo gommarsi della pista man mano che vengono percorsi più giri potrebbe andare incontro a questo deficit;
  • La seconda peculiarità riguarda uno stile di guida piuttosto unico in questa Formula 1 ad “effetto suolo”, quello di Charles Leclerc. Il pilota monegasco è il solo, in ben 4 delle 7 zone di frenata del circuito di Jeddah, a non togliere mai completamente il piede dal pedale del gas, tenendo un 10%-20% aperto. Qualcosa di simile a quanto visto in passato con Gilles Villeneuve, che nella prima epoca Turbo cercava di limitare l’inerzia del turbocompressore tenendo il motore il meno possibile ai bassi giri… Nella F1 di oggi questa necessità non c’è più, in quanto il “turbo-lag” è minimizzato dall’azione propulsiva dell’MGU-K; tuttavia, c’è da dire che - pur per un pilota della massima serie - non è per nulla semplice adottare uno stile di guida come quello descritto: per chi scrive, si tratta dell’ennesima prova non richiesta delle abilità al volante di Charles;

FP2 - Confronto telemetrico fra Verstappen, Alonso, Ocon, Russell, Hulkenberg e Leclerc (marcia inserita istante per istante)

FP2 - Confronto telemetrico fra Verstappen, Alonso, Ocon, Russell, Hulkenberg e Leclerc (marcia inserita istante per istante)

Infine, può risultare interessante corredare l’analisi telemetrica con la marcia tenuta istante per istante da ognuno dei 6 drivers presi in esame: l’uso del cambio è risultato molto simile per tutti, ad eccezione di quanto già evidenziato per Alonso. La bruciante accelerazione della sua AMR23 gli ha consentito di salire di marcia più velocemente e prima degli altri, a tal punto da inserire l’ottava marcia laddove i suoi avversari non andavano oltre la settima.

Analisi Simulazioni Gara: chi ha le migliori chances domenica?

FP2 - Analisi delle simulazioni gara effettuate da Verstappen, Perez, Leclerc, Sainz, Hamilton, Ocon e Alonso

FP2 - Analisi delle simulazioni gara effettuate da Verstappen, Perez, Leclerc, Sainz, Hamilton, Ocon e Alonso

Il minutaggio finale delle FP2, come di consueto, è stato dedicato alle simulazioni di passo gara. Simulazioni queste che hanno confermato i valori in campo estrapolati dai giri veloci, mettendo però ulteriormente in evidenza le prestazioni dell’Alpine A523 di Ocon e Gasly. Quella del team francese è da ormai un paio d’anni una vettura “track sensitive”, vale a dire molto suscettibile al tipo di tracciato sul quale corre: ci sono infatti una serie di circuiti sui quali le doti telaistiche, aerodinamiche e di motore vengono esaltate, ed è lecito dire che il veloce tracciato cittadino di Jeddah rientra in questa categoria.

Il trend complessivo, detto dell’Alpine, vede come sempre le Red Bull con un passo superiore agli altri: in particolare, essendo quello di Jeddah un circuito che mette enormemente meno alla prova gli pneumatici rispetto al Bahrain International Circuit, fa specie riscontrare il degrado negativo di Perez (su medie) e Verstappen (su soft).

La nota dolente viene da Ferrari: il decadimento prestazionale causato dall’usura gomme non è ancora stato superato, come mostra l’andamento di Leclerc (che ha girato solo sulle medie) e Sainz (che ha provato soft e un paio di giri sulle medie). In ottica gara, questo potrebbe costringere i due piloti del Cavallino a scegliere mescole più dure, evitando - a malincuore - il vantaggio prestazionale garantito dalle meno durevoli soft.

Cosa aspettarsi dalle qualifiche?

La pole position (qualifiche alle ore 18.00 italiane) sembra appannaggio di Max Verstappen, inutile girarci attorno. Dietro di lui prevedo - come già anticipato - una lotta fra Alonso e Perez, dove il primo dovrà metterci del suo per stampare un tempo migliore di una Red Bull comunque superiore. Dal quarto posto in poi ogni previsione pare un azzardo, per cui - ipotesi per ipotesi - direi che Charles Leclerc potrebbe far valere le sue doti di “qualificatore”. Attenzione però: ricordiamo che il pilota monegasco dovrà scontare 10 posizioni di penalità in griglia a causa della sostituzione della centralina elettronica (CE), il che lascia presagire qualifiche all’attacco e una gara in rimonta, nella quale dovrà tenersi lontano dai pericoli dei sempre vicini muri di Jeddah.

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