Un (non più imbattibile) Verstappen comunque in pole position a Sakhir!

(Immagine di copertina: Max Verstappen)

Alzi la mano chi avrebbe scommesso su una pole position di Max Verstappen all'avvio di questo Mondiale... Beh, onestamente l'avrebbero fatto tutti, e - possiamo dire a posteriori - anche a ragione! Ma andando più a fondo si scopre che il margine avuto sugli avversari in tutta la sessione di qualifiche del Gran Premio del Bahrain è stato davvero esiguo, a prescindere dalla classifica finale qui sotto riportata.

La seconda notizia di giornata è l'identità di questi avversari: i due Ferraristi appaiono ad oggi i più temibili per Max, ma il gruppo di "front runners" è davvero nutrito in questo inizio di stagione. La Mercedes ha messo in pista un progetto per ora valido con la W15, Aston Martin nelle mani di Fernando Alonso ha convinto, e anche le due McLaren hanno detto la loro - soprattutto in condizioni di temperatura della pista che andava via via abbassandosi.

Analizziamo dunque quanto successo!

Verstappen sarebbe davanti anche senza la scia, Leclerc si "mangia" la pole

A tenere banco dopo le qualifiche è stato il "caso" legato alla scia di cui ha usufruito Max nel giro che gli è valso la pole. Come accaduto in Q2 con una Haas, infatti, anche in Q3 il muretto Red Bull ha pianificato l'uscita dai box del suo pilota per far sì che l'inizio del suo giro lanciato coincidesse con la fine di quello di un'altra vettura (la Mclaren di Oscar Piastri), della quale avrebbe sfruttato l'effetto risucchio garantito dalla scia.

Zak Mauger / Motorsport Images

Il piano è riuscito alla perfezione e, telemetria alla mano, è valso circa 0.130 s al Campione del Mondo: parliamo di poco più di metà del gap (0.228 s) che l'hanno tenuto davanti alla Ferrari di Charles Leclerc. Questo quindi spiega come mai diciamo che Max sarebbe finito in pole position anche senza l'aiuto involontario della McLaren di Piastri, ma non chiarisce dove la RB20 si sia fatta valere rispetto alla concorrenza lungo il tracciato di Sakhir.

Simon Galloway / Motorsport Images

La risposta questa volta è univoca, e fa riferimento a Curva 1. In quella staccata (la più violenta dell'intero circuito) Verstappen guadagna addirittura più dell'intero gap menzionato, per cui è facile capire come nel resto della pista Leclerc abbia riguadagnato parte di quei metri persi, ma non abbastanza. Il trend si è poi ripetuto anche nelle altre frenate del circuito Bahrainita, lasciando il dubbio se il punto di forza di questa RB20 stia proprio nell'impianto frenante o nel comparto sospensivo anteriore - che dall'anno scorso sappiamo essere il "migliore della classe".

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Resta quindi da chiedersi cosa intendiamo con un Leclerc che si "mangia" la pole... Beh, guardate il tempo stampato dal monegasco in Q2: 1'29"165, un crono non solo più veloce del proprio miglior personale in Q3 (1'29"407), ma anche del tempo pole di Max! Come mai Charles ha perso due decimi e mezzo tra Q2 e Q3? Probabilmente è giusto "incolpare" una preparazione degli pneumatici non al top per la SF-24, il che curiosamente stride con la tendenza dello scorso anno, dove la SF-23 accendeva da subito le sue coperture.

Zak Mauger / Motorsport Images

Attenzione però: la facilità con cui la vettura del 2023 portata le gomme in temperatura era la stessa con cui causava overheating in gara, portando a un decadimento della prestazione dopo pochi giri dall'inizio di ogni stint. I 57 giri di gara ci diranno se si può parlare di una vera e propria inversione di tendenza in tal senso, oppure se si sia trattato di una circostanza isolata.

George Russell terzo ottimizza il risultato con il pacchetto a disposizione

La seconda fila vede la Mercedes di George Russell, oggi più bravo del suo compagno Hamilton a tirar fuori prestazione dalla sua W15 - a tal punto da piazzarsi addirittura davanti all'altra Ferrari SF-24 di Carlos Sainz, globalmente più rapido ma anche più impreciso nei momenti chiave della qualifica.

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La P3 di Russell è un po' una sorpresa se si pensa che in Q2 sia lui che Hamilton erano riusciti ad entrare in top ten con un margine davvero ridotto, e anche in virtù di ciò si può affermare che condurre una sessione di qualifiche pulita ha dato i suoi frutti per il pilota inglese. Quanto a Sainz, al contrario, lo spagnolo ha pagato a caro prezzo uno stile di guida volto a ritardare i punti di staccata nel tentativo di guadagnare tempo in tale fase, perdendo però ancora più metri nelle successive accelerazioni. In ottica gara, mi sento tuttavia di non escludere il Ferrarista dalla lotta per la vittoria, che - anche se fin qui non avevo ancora menzionato - non credo sarà il solito monologo alla Verstappen.

Simon Galloway / Motorsport Images

In terza fila la seconda Red Bull, quella di Perez, e l'Aston Martin di Fernando Alonso: reputo il risultato ottenuto dallo spagnolo più di valore rispetto al giro che ha collocato il messicano in quinta posizione, perché nel corso delle qualifiche Fernando si è ritrovato con un set di pneumatici Soft (di mescola C3) in meno rispetto ai suoi rivali. Per recuperare da questa situazione di svantaggio strategico, ha potuto quindi percorrere un solo run in Q3, oltretutto in condizioni di pista non al loro massimo in termini di grip - ma se non altro con temperature abbastanza equiparabili a chi è andato in pista qualche minuto dopo, sullo scadere della sessione.

Simon Galloway / Motorsport Images

Le due file successive sono appannaggio delle McLaren di Norris (grave errore nel primo settore del suo best lap) e Piastri, seguiti a loro volta da Lewis Hamilton e un sorprendente Nico Hulkenberg in P10. Proprio riguardo la prestazione del pilota tedesco, c'è da dire che già dall'anno scorso Nico "traina" la sua Haas in zone che teoricamente non le competerebbero (basta vedere dov'è Magnussen, che certamente non può essere accusato di essere un pilota poco performante...). Nel 2023 a qualifiche straordinarie di Hulkenberg spesso seguivano gare anonime, dove l'elevatissimo degrado gomme della vecchia VF-23 non gli consentiva di mantenere le posizioni in top ten che si era guadagnato con giri stellari al sabato. 

RB delude rispetto alle aspettative, ma in gara Tsunoda e Ricciardo potrebbero tornar su!

In casa Visa CashApp RB (o semplicemente RB) non credo ci sia molto di cui essere soddisfatti, soprattutto dopo tre giorni di test prestagionali molto promettenti. Ma come avevamo detto, spesso i risultati dei test sono da prendere con le pinze, e la P11 di Yuki Tsunoda - unitamente alla P14 di Daniel Ricciardo - sono la dimostrazione in negativo di quanto detto...

Simon Galloway / Motorsport Images

Non tutto è perduto, però per il team di Faenza: sempre ai test avevamo visto come in simulazione di gara la VCARB 01 soffrisse di un degrado gomme piuttosto contenuto, e un riscontro di questo tipo è decisamente più difficile da falsare. Chissà, magari in gara questo punto di forza potrà riportare i due piloti del team minore Red Bull in zona punti; d'altro canto, dato il vantaggio sulle vetture che partono alle loro spalle (Williams, Stake, Haas e Alpine), sarà difficile indietreggiare.

In chiusura, nota di (de)merito per Alpine, che quest'anno ha messo in pista una vettura - la A524 - non all'altezza delle prestazioni mostrate fino alla scorsa stagione. Nel paddock si vocifera di una monoposto con problemi di peso eccessivo ed elevata instabilità, fattore quest'ultimo ben visibile anche dagli onboard di Ocon e Gasly; credo, purtroppo per il team di Enstone, che ci vorrà parecchio tempo per sistemare questi difetti congeniti!

Simon Galloway / Motorsport Images

Appuntamento per i 57 giri di gara eccezionalmente a sabato, ore 16.00 italiane. Si prevedono strategie a due soste, sfruttando pneumatici prevalentemente delle mescole C1 (Hard) e C3 (Soft): la C2 (Medium) è stata praticamente scartata da tutte le squadre per via del poco vantaggio prestazionale che garantisce rispetto alle più durature Hard, molto utili quindi anche in termini di flessibilità delle strategie. A domani!

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