Qualifiche GP Ungheria: Norris e Piastri tingono di arancio la prima fila all'Hungaroring!

Le qualifiche andate in scena all'Hungaroring hanno regalato ai tifosi McLaren una prima fila completa, che mancava addirittura dal GP del Brasile 2012. Altri tempi, certo, ma il piano che Andrea Stella e i suoi hanno in mente è proprio quello di tornare ai fasti di quell'epoca: per farlo, però, dovranno essere più precisi e lucidi di quanto hanno mostrato negli ultimi weekend di gara. Il Gran Premio di Ungheria è la prima occasione utile per dimostrare i progressi in direzione dei quali stanno lavorando duramente a Woking...

Zak Mauger / Motorsport Images

Come sempre, dopo la classifica finale di queste qualifiche, andiamo ad analizzare in dettaglio cos'è successo sulla tortuosa pista ungherese:

Dominio McLaren: la MCL38 emerge non appena si asciuga la pista

Il sabato ungherese è stato segnato da una leggera pioggia intermittente, che pur non costringendo i piloti a passare agli pneumatici da bagnato, ha comunque peggiorato le condizioni della pista, determinando un abbassamento del grip disponibile anche (e soprattutto) a causa del calo repentino delle temperature dell'asfalto.

In casa McLaren, consci del vantaggio tecnico attualmente a disposizione rispetto agli avversari, hanno intelligentemente pensato di affrontare Q1 e Q2 con maggiore cautela, per minimizzare il rischio di un contatto con le barriere a causa della scarsa aderenza. Anche per questo motivo, nelle due manche appena menzionate sono stati Hamilton e le due Ferrari a mettersi in luce... Se da parte dell'inglese della Mercedes era prevedibile un ritmo competitivo in condizioni miste - sappiamo quanto siano temibili sia Lewis che la W15 - più sorprendente è stato osservare i tempi sul giro che sono stati in grado di stampare Leclerc e Sainz, i quali d'altro canto avevano il loro punto di forza nelle altissime temperature che c'erano state, ad esempio, venerdì nelle FP1

Glenn Dunbar / Motorsport Images

Ma non appena l'asfalto si è asciugato del tutto, Lando Norris è tornato comodamente in prima posizione, quasi sempre scortato dal compagno di squadra Piastri (alla fine a soli +0.022 s) e con un gap sul primo inseguitore non-McLaren (sorpresa sorpresa, Max Verstappen!) all'incirca di 0.2 s/giro. Un responso questo molto importante soprattutto in ottica sviluppi, dato che la Red Bull su è presentata a Budapest con un pacchetto di aggiornamenti veramente esteso sulla RB20 del solo Max, lasciando invece a Perez il compito di effettuare una comparazione con la vecchia specifica.

Andy Hone / Motorsport Images

Se nelle prove libere avevamo visto un distacco insolitamente contenuto tra Max e Checo - indice che forse le novità introdotte non fossero ancora ben calibrate, in qualifica siamo tornati al classico gap "ciclistico" in favore dell'olandese. Tornando alla sfida Mondiale con la McLaren, non essere riusciti ad operare un controsorpasso (quantomeno come potenziale velocistico della loro RB20) deve essere per Red Bull un duro colpo, dato che sulle modifiche aerodinamiche con le quali ha corso oggi Verstappen puntavano - e puntano - molto.

Foto: Motorsport Images

Ovviamente non parliamo di una bocciatura definitiva, anche perché il distacco finale di Max dal poleman Lando è di soli +0.046 s, peraltro maturati anche a causa di un discutibile impeding dell'inglese sull'olandese nel miglior giro di quest'ultimo in Q3. Al netto di tutto ciò, ed escludendo le fisiologiche fluttuazioni del divario in ogni giro lanciato, il gap reale attualmente in favore della McLaren è più vicino ai due decimi al giro menzionati in precedenza...

Cercando di "suddividere" la pista in funzione del confronto tra queste due attuali potenze della Formula 1, il settore che "sorride" maggiormente ai Campioni del Mondo è quello centrale, il più tortuoso dei tre: questo è indice di un elevato carico aerodinamico sprigionato dalla RB20, il che significa - considerando che la MCL38 ha spesso dimostrato di poterne avere a disposizione ancora di più - che il setup scelto da Red Bull prevede ali molto cariche, con una conseguente riduzione della velocità di punta sul rettilineo principale. Ma su questo aspetto ci torniamo in seguito, perché potrebbe essere cruciale in ottica gara!

Si definiscono le gerarchie, con Mercedes e Ferrari un passo indietro a McLaren e Red Bull

Alle spalle dei primi tre troviamo le due Ferrari di Carlos Sainz (P4) e di Charles Leclerc (P6), divise dalla Mercedes di Lewis Hamilton (P5). Come detto nel paragrafo precedente, le ambizioni di questi tre piloti - ai quali non si è aggregato George Russell, come vedremo nel prosieguo della nostra analisi - si sono via via spente man mano che la pista si è asciugata ed è tornata nelle migliori condizioni di grip...

Con la massima aderenza disponibile, infatti, le lacune che Mercedes e soprattutto Ferrari hanno nei confronti degli attuali battistrada in Formula 1 (leggi McLaren e Red Bull) si sono ingigantite, risportando il gap pagato nei confronti di questi ultimi vicino alla soglia del mezzo secondo al giro che già avevamo osservato durante le prove libere. Per quanto riguarda la Mercedes, non dimentichiamo che il team anglo-tedesco viene da due vittorie consecutive nelle ultime due gare, frutto rispettivamente di tanta fortuna (George Russell in Austria) e di una superiorità netta (Lewis Hamilton in Gran Bretagna); qui a Budapest, comprensibilmente, era un po' difficile che il momento d'oro del team di Brackley proseguisse, e in effetti - almeno per il momento - siamo tornati a una situazione simile a quella di qualche Gran Premio fa, comunque assolutamente non deficitaria per Toto Wolff e i suoi.

Foto: Motorsport Images

In casa Ferrari, invece, il periodo di smarrimento prestazionale prosegue, ma la buona notizia è che a queste difficoltà il team di Maranello non sta rispondendo col classico immobilismo tecnico a cui abbiamo assistito tante volte in passato: infatti, con un tempismo davvero degno di nota, all'Hungaroring è già arrivato un nuovo fondo col quale si spera di mitigare il dannoso porpoising che era tornato a seguito del pacchetto di sviluppi di Barcellona. Non che si tratti della panacea di tutti i mali, considerando che su questo tracciato l'innesco del saltellamento è difficile di suo, ma con l'introduzione del nuovo componente sarà possibile raccogliere tanti dati in pista, grazie ai quali incrementano le chances di risolvere il problema menzionato laddove potrà ripetersi in maniera severa, come - ad esempio - a Spa-Francorchamps!

Zak Mauger / Motorsport Images

Oggi tra Sainz e Leclerc il più in forma è stato certamente lo spagnolo, che da quando gli è compagno di squadra in Ferrari (2021) sembra essere sempre il più consistente dei due quando la macchina non è in condizioni di lottare per pole position e vittorie; al contrario, Charles si è più volte dimostrato imbattibile quando la monoposto è al top. Sarà interessante vedere cosa ci dirà, invece, il confronto con un campione del calibro di Lewis Hamilton a partire dalla prossima stagione...

Nelle retrovie un sabato disastroso per Perez (P16) e Russell (P17)

Gli altri "eroi" del Q3 sono Alonso e Stroll a bordo dell'Aston Martin, e Ricciardo e Tsunoda a bordo della Visa CashApp RB, tutti rispettivamente dalla settima alla decima posizione. Proprio il giapponese della squadra succursale della Red Bull si è esibito in un incidente piuttosto violento in Q3, quando dopo un lungo in Curva 5 ha colpito uno scalino nella via di fuga, finendo proiettato contro le barriere esterne.

Andy Hone / Motorsport Images

Yuki non ha riportato alcun problema fisico, mentre la sua VCARB 01 dovrà essere riparata in vista della gara di domani: ciò che spiace è che nella dinamica dell'incidente il pilota non ha praticamente colpe, mentre qualche responsabilità la hanno gli organizzatori del Gran Premio: trovo inaccettabile che nel 2024 ci siano letteralmente trappole come lo scalino che ha tratto in inganno Tsunoda, portandolo in barriera e rendendo necessaria l'esposizione della bandiera rossa a 2:13 dalla fine dell'ultima manche di qualifiche.

Andy Hone / Motorsport Images

Nel midfield buona prestazione di Nico Hulkenberg (P11) e delle due Williams di Albon (P13) e Sargeant (P14), bravi a portare la loro FW46 al di là del potenziale che la stessa mette loro a disposizione. Il tedesco della Haas, invece, prosegue il proprio momento magico dopo i due arrivi a punti nelle ultime due gare, e oggi per poco non ha eliminato Hamilton in Q2, finendo a soli +0.010 s dall'anglo-caraibico!

Steve Etherington / Motorsport Images

Solamente in P16 e P17, troviamo le due delusioni di queste qualifiche, soprattutto pensando alle vetture a loro disposizione: ci riferiamo rispettivamente a Sergio Perez e George Russell. Partiamo da subito col dire che tra i due, il più incolpevole è sicuramente l'inglese della Mercedes, che ha pagato a caro prezzo un banale errore da parte del suo muretto box nei minuti finali del Q1... Mentre la pista andava incontro a una fase transitoria di minor intensità della pioggia, il box Mercedes ha imbarcato nella W15 di George un quantitativo di carburante tale da consentirgli un solo giro lanciato, laddove avrebbe sicuramente avuto bisogno di un secondo tentativo. Proprio questo errore l'ha estromesso anticipatamente dalla sessione di qualifiche, condannandolo a una gara che definire in salita è ben poco...

Andy Hone / Motorsport Images

Sergio Perez, d'altro canto, andando a muro in Curva 4 colleziona un altro errore nel momento in cui il management Red Bull definisce il suo futuro: poco importa che il messicano abbia firmato non molto tempo fa un rinnovo di contratto biennale, nel momento in cui la sua squadra decide che il livello garantito da un suo pilota non soddisfa i requisiti imposti. Abbiamo visto in passato licenziamenti in tronco da parte di Helmut Marko, il quale infatti non ha nascosto di guardarsi attorno per capire chi dovrà continuare ad affiancare Verstappen: i candidati in lizza al momento sono Ricciardo, Lawson e Tsunoda, in ordine decrescente di probabilità di sostituire Checo.

Alto degrado e difficoltà nei sorpassi: cosa aspettarci in gara all'Hungaroring?

In ottica gara, il Gran Premio d'Ungheria è da sempre un appuntamento nel quale i tradizionali 70 giri previsti offrono poche opportunità di sorpasso: il layout molto tortuoso della pista vede solo il rettilineo di partenza come potenziale punto d'attacco, anche se in passato abbiamo visto anche contrattacchi nella zona DRS successiva, nella discesa che porta a Curva 2. In ogni caso, provando a ragionare sulla sfida al vertice, parlavamo di come la Red Bull abbia scelto un setup aerodinamicamente più carico, il che - come detto - potrebbe mettere in difficoltà Verstappen nell'ipotetica rimonta che il Campione del Mondo vorrà portare a termine contro le due McLaren.

Zak Mauger / Motorsport Images

Con una minore velocità di punta, infatti, è plausibile che Max resti imbottigliato dietro Piastri e/o Norris anche qualora fosse dotato di un passo gara superiore: il problema, per lui, è che anche a livello strategico ci sarebbe poco da fare, dal momento che il team di Woking correrà in condizioni di "2 contro 1" nel confronto con la Red Bull. Quanto ipotizzato potrebbe seriamente diventare la chiave di lettura della gara in condizioni lineari di quest'ultima, determinandone l'esito anche più di quanto possa fare il degrado gomme, previsto alto se le temperature dovessero risalire in un range vicino a quanto visto venerdì durante le prove libere.

Questo, e tanto altro, lo scopriremo a partire dalle ore 16.00 italiane di domani, quando si spegneranno i semafori e scatterà la gara di questo Gran Premio d'Ungheria!

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