Un giro speciale interrompe la striscia di Verstappen: è pole per Leclerc a Monaco!

L'aveva messo in chiaro sin dai primissimi giri percorsi in FP1, Charles Leclerc: la pole position sulle strade della sua Monaco non gliel'avrebbe tolta nessuno. E così è stato. Una prima posizione che assume più significati, perchè si tratta della pole numero 250 nella storia della Ferrari, ma anche perché va a interrompere la striscia di sette partenze al palo con cui Verstappen aveva aperto il Mondiale 2024.

A Montecarlo, si sa, partire davanti assicura un vantaggio difficilmente colmabile per gli avversari, a patto di evitare errori di guida e di avere gli occhi ben aperti lato strategie. Leclerc questo lo sa bene, avendo perso nel 2022 una gara che stava dominando: ma, se vogliamo, le previsioni meteo che non danno pioggia per domenica tendono un po' a scongiurare questo pericolo.

Ma prima di proiettarci alla gara, analizziamo come sempre quanto successo durante le qualifiche:

Vantaggio di passo costruito dal venerdì per Leclerc, ma è l'esecuzione a metterlo in pole!

Come detto, il divario prestazionale tra Charles e il resto della griglia era apparso chiaro già in FP1 e in FP2, dove a tratti il monegasco aveva un vantaggio sul secondo classificato di 0.9 s. Un gap che non si è più visto allo sventolare della bandiera a scacchi sulle sessioni di prove libere, ma che dà l'idea di quanto il Ferrarista fosse a suo agio sin da subito nel poter spingere al limite e "rosicchiare" laptime praticamente in ogni curva.

Glenn Dunbar / Motorsport Images

Questa sua guida al limite (e se vogliamo anche un po' rischiosa) è stata resa possibile anche da una Ferrari SF-24 ben bilanciata e che ha richiesto pochissime correzioni d'assetto, pur avendo a bordo il pacchetto di aggiornamenti più recente e una nuova ala posteriore da alto carico, portata nel Principato come adattamento al circuito.

Insomma, pur avendo a che fare con del materiale dal potenziale ancora non del tutto noto agli ingegneri, questi ultimi hanno potuto mettere in pista una vettura che da subito si è ben comportata su un tracciato a dir poco atipico. Ciononostante, ascrivere al bilanciamento della SF-24 la pole position di Charles Leclerc sarebbe ingeneroso per quest'ultimo, che infatti ha inflitto un gap di 0.248 s al compagno di squadra Sainz, comuqnue autore di un'ottima terza posizione.

Mark Sutton / Motorsport Images

La differenza di guida tra i due Ferraristi è stata in larga parte determinata dalla profonda conoscenza del tracciato da parte di Leclerc, che da buon "padrone di casa" sapeva dove mettere le ruote della sua monoposto per guadagnare tempo sul giro... Due esempi su tutti sono l'uscita della Nouvelle Chicane, dove il monegasco lasciava pochissimi centimetri tra l'anteriore sinistra e il muretto, e la penultima curva, la Rascasse. Qui la differenza è stata tutta di traiettoria, con Leclerc che adottava sempre una linea più interna rispetto a Sainz, Verstappen e le due McLaren: pur non essendo in teoria la soluzione più redditizia, la sua abilità è stata nel non disperdere nel brevissimo tratto che porta all'ultima curva (la Antony Noghes) quanto guadagnato in entrata della Rascasse.

Andy Hone / Motorsport Images

Non da meno è stata l'esecuzione di queste qualifiche da parte del pilota della vettura numero 16: come avrete notato, sia in Q1 che in Q2 il vantaggio visto nelle prove libere era praticamente scomparso, con Charles addirittura a metà classifica: a parere di chi scrive, questo ha poco a che fare con disturbi esterni (come l'onnipresente traffico di Montecarlo e il sacchetto di plastica incastrato nella sua ala anteriore in Q1)... Piuttosto, leggo in questa condotta un'intenzione di non strafare - col rischio di danneggiare la vettura contro i muretti - e mostrare le proprie carte solo quando sarebbe importato davvero, vale a dire in Q3: certo, un conto è ipotizzarlo, tutt'altro riuscirci come poi ha fatto. Anche qui sta il merito nella conquista della pole, la sua terza a Monaco nelle ultime quattro edizioni.

McLaren vicinissime, Piastri batte Norris e partirà in prima fila!

Gli avversari più accreditati per le due Ferrari sono state le due McLaren e la Red Bull di Max Verstappen, sul cui errore che l'ha relegato in sesta posizione torneremo più avanti. Venendo quindi alle due vetture del team di Woking, questa qualifica è l'ennesima dimostrazione che in McLaren - dopo gli aggiornamenti miracolosi di Miami - possono davvero pensare in grande, e ottenere altre vittorie di Gran Premi non è un'obiettivo irraggiungibile.

Andy Hone / Motorsport Images

Sì, perché se pensiamo alle caratteristiche del circuito di Montecarlo (variazioni altimetriche, sconnessioni dell'asfalto, chicane lente, tornantini), troviamo tante aree che avrebbero fatto paura alla McLaren dello scorso anno o di inizio stagione. Invece, come spiegava il Team Principal Andrea Stella proprio nell'ultimo GP a Imola, gli aggiornamenti installati sulla MCL38 hanno contribuito ad ampliare la finestra di setup, col risultato che ora ingegneri e piloti hanno a disposizione regolazioni che vanno a mitigare i punti deboli della loro monoposto quando ci si ritrova su layout ostici.

Zak Mauger / Motorsport Images

Tutto ciò ha portato Oscar Piastri in seconda posizione (risultato che replicherebbe esattamente le qualifiche di Imola, se per lui non ci fosse stata la penalità per impeding) e Lando Norris in quarta posizione. Interessante quindi come l'australiano abbia battuto l'inglese al sabato per due volte consecutive, quasi a voler chiarire - se ce ne fosse mai stato bisogno - che la velocità pura c'è. Quel su cui però dovrà lavorare per dare davvero filo da torcere a Lando è il passo gara, circostanza in cui quest'ultimo pare avere una gestione degli pneumatici ancora superiore allo stesso Oscar.

Glenn Dunbar / Motorsport Images

In prospettiva gara, avendo nelle prime due file una presenza completa di Ferrari e McLaren, mi aspetto che entrambi i team possano giocare una partita strategica in condizioni di 2 vs 2, magari sacrificando il risultato del pilota piazzato peggio per provare a conquistare la vittoria con quello messo meglio (che, scongiurando cataclismi in partenza, per McLaren dovrebbe essere Piastri e per Ferrari Sainz). 

Insolito errore per Verstappen: dalla P6 di partenza la sua gara sarà un incubo...

Il poleman delle prime 7 gare di questo Mondiale, per una volta, si troverà costretto a partire addirittura in terza fila, sicuramente nel circuito dove questo risulta più dannoso rispetto alle velleità di rimonta che il Campione del Mondo potrà avere. Chiaro quindi che, se vorrà agguantare anche solo il podio, gran parte del suo recupero dovrà passare per una strategia creativa da parte del muretto box Red Bull, capitatato dalla stessa Hannah Schmitz che nel 2022 regalò la vittoria a Sergio Perez.

Glenn Dunbar / Motorsport Images

Ciò detto, come mai Verstappen si è qualificato solo in P6? Il motivo principale di questo risultato per lui insoddisfacente sta nell'errore che l'ha costretto a rinunciare all'ultimo tentativo di giro veloce in Q3: una frenata leggermente lunga alla Sainte Devote ha creato conseguenze ben peggiori, con un contatto contro il guard rail di sinistra a seguito del quale l'olandese ha mollato il colpo.

Prima di questa disavventura, il suo ritmo in qualifica (molto forte soprattutto nel primo settore) era secondo solamente a Leclerc, motivo per cui ritengo che senza l'errore avrebbe potuto sopravanzare entrambe le McLaren e la Ferrari di Sainz... Così facendo, invece, Max si ritrova a partire a sandwich tra le Mercedes di George Russell (P5) e Lewis Hamilton (P7); una situazione che normalmente impiegherebbe pochi giri a ribaltare, ma che come detto diventa quasi una condanna a causa dell'impossibilità di sorpassare nelle strette stradine del Principato.

Sam Bloxham / Motorsport Images

Estremamente peggio di lui ha fatto il compagno di squadra Perez, che dopo un Q1 incolore ha chiuso solamente in diciottesima posizione, davanti solo alle due Stake di Bottas e Zhou, che a Monaco si sono ritrovati in un contesto di matching vettura-circuito totalmente sfavorevole. Per quanto riguarda Checo, questa qualifica sembra fare il paio con quella di Imola, per cui non vorrei che si iniziasse ad arrivare ad un punto della stagione nella quale i risultati del team Red Bull diventano onere del solo Verstappen: se da un lato è presto per dare certe dinamiche per assodate, dall'altro dobbiamo considerare che il vantaggio tecnico del team di Milton Keynes quest'anno è molto più risicato che nel 2023, per cui Horner e colleghi avranno bisogno del miglior Perez per incamerare punti utili nel Campionato Costruttori.

Qualifica accesissima nel midfield, svettano Tsunoda e Albon mentre deludono le Aston Martin

Nelle posizioni non di vertice abbiamo assistito a una qualifica davvero accesa, nella quale i distacchi sono stati così contenuti da avere, ad esempio, un Q1 nel quale tra il primo e l'ultimo classificato vi erano solamente 0.395 s: anche così si spiega la sedicesima posizione dalla quale dovrà pa(r)tire Fernando Alonso, eliminato anche lui come Perez nella prima manche nonostante avesse dedicato l'intera gara di Imola alla preparazione di questo weekend - ritrovandosi di fatto con due appuntamenti alle cui voci in classifica del Mondiale Piloti verosimilmente segnerà "zero".

Glenn Dunbar / Motorsport Images

Mentre il suo teammate Lance Stroll non è riuscito a fare meglio della quattordicesima posizione, vogliamo invece segnalare chi si è distinto in positivo in queste qualifiche: parliamo quindi di Yuki Tsunoda (oggi nuovamente "primo degli altri" in P8) e Alexander Albon, la cui nona posizione è il primo spiraglio di luce in una stagione durante la quale ha finora raccolto zero punti e poche soddisfazioni, nonostante un talento che più volte su queste pagine abbiamo avuto modo di elogiare. Il GP di Monaco è quindi per l'anglo-thailandese la prima possibilità concreta di segnare punti nel Mondiale, schiodando di conseguenza anche la "sua" Williams - alla quale 10 giorni fa si è legato contrattualmente con un pluriennale - dall'ultimo posto nella Classifica Costruttori.

La strategia unica variabile nei 78 giri della "sfilata più veloce del mondo"

Concludiamo quindi la nostra analisi con una rapida preview di quanto andremo a vedere domani in gara (la cui partenza è alle ore 15.00 italiane). Come di prassi a Monaco, imbastire una rimonta è un'operazione praticamente impossibile da eseguire con dei sorpassi in pista: l'unica variabile che può permettere di quadagnare posizioni - o di perderne - è la strategia.

Dal momento che la track position è così importante e che il degrado gomme è molto basso, storicamente il GP di Monaco vede gare a una sola sosta, con un pit stop verso la metà dei 78 giri previsti: in quest'ottica, il timing della sosta ai box è legato soprattutto alla gestione del traffico in pista, in presenza del quale diventa impossibile esprimere il proprio ritmo anche quando si segue una vettura molto più lenta.

Mark Sutton / Motorsport Images

Per questi motivi, ci si riferisce alla gara di Monaco come a una "processione" o una "sfilata"... Ma se danzare tra i muri a 250 km/h - tra le altre vetture - può essere considerata davvero una processione, beh, appuntamento a domani pomeriggio per gustarcela!

Tempo di lettura: minuti