Sprint a Spa: Verstappen non si ferma più, ma secondo è un gran Piastri!

(Immagine di copertina: Pirelli Motorsport)

La monotonia che sembra circondare la Formula 1 di questi tempi, ostaggio delle vittorie a raffica di Max Verstappen, nasconde motivi di interesse che lo stesso talento olandese profonde ogni volta che scende in pista.

Nella bagnata Spa su cui si è disputata la Sprint, il Campione del Mondo ci ha regalato un sorpasso su Oscar Piastri la cui preparazione è stata da antologia: in uscita dalla Source (Curva 1), prende la scia dell'australiano e tiene il pedale del gas completamente giù per tutta la sezione Eau Rouge - Raidillon... Tutto questo a una distanza ravvicinata da Oscar e con asfalto in quel momento ancora bagnato. Semplicemente senza paura.

Ok, ma come siamo arrivati a quel punto?

Dopo la partenza posticipata, caos ai box e Sprint interrotta dalla Safety Car

Come previsto dai servizi meteo, la pioggia è arrivata puntuale sul circuito nelle Ardenne, costringendo la Direzione Gara a posticipare la partenza di 30 minuti. Oltre a ciò, si è deciso di partire con procedura di partenza lanciata dopo 4 giri percorsi dietro Safety Car, per tentare di asciugare "artificialmente" la pista.

Steven Tee / Motorsport Images

Come se non bastasse, per garantire - sulla carta - un livello di sicurezza maggiore, si è deciso che i piloti dovessero partire obbligatoriamente su pneumatici Full Wet, in grado di evacuare più acqua rispetto agli Intemediate a banda verde. Col senno di poi si è rivelata una scelta poco improntata alla sicurezza, perché la poca acqua residua sul tracciato ha "costretto" i team a rientrare ai box tutti insieme per montare le Intermediate.

Zak Mauger / Motorsport Images

Correndo il rischio di perdere molto tempo in caso di "double stacking" - vale a dire richiamando ogni team entrambi i piloti ai box, ogni squadra ha optato per richiamare un pilota in corsia box e tenerne un altro in pista su Full Wet. Questi ultimi, tuttavia, effettuando il cambio gomme con un giro di ritardo, hanno pagato a caro prezzo in termini di tempo tale scelta, e si sono ritrovati costretti alla rimonta.

Tra di loro troviamo - a sorpresa - proprio Max Verstappen, dato che in casa Red Bull il muretto aveva optato per richiamare immediatamente Perez, e solo dopo il suo compagno di squadra. Trovatosi alle spalle del nuovo Sprint leader Oscar Piastri, capiamo come mai l'olandese abbia dovuto escogitare la manovra che raccontavamo sopra.

"La scelta del pit stop al secondo giro era sicura, avrei potuto rientrare prima e magari trovarmi davanti altre macchine o addirittura la Safety Car, perdendo tantissimo tempo. Appena abbiamo messo le Intermediate volavamo, quindi è andata bene così. Domani invece dovrò superare un po’ di vetture, e i rischi più grandi potranno essere in curva 1 e 2. Sono sempre situazioni molto insidiose, ma se restiamo fuori dai guai crediamo che la macchina sia buona"

Max Verstappen

In ogni caso, archiviata la pratica Piastri, Max ha aperto un gap di circa 1 secondo al giro ed è andato a vincere in scioltezza proprio davanti all'australiano della McLaren (che adesso vorrà assaggiare il podio nella gara completa dopo l'antipasto di questa Sprint).

Al quarto degli undici giri previsti, nelle retrovie abbiamo assistito ad un raro incidente per Fernando Alonso, che ha perso il posteriore della sua Aston Martin in appoggio nel velocissimo curvone a sinistra di Pouhon, mentre seguiva da vicino Nico Hulkenberg.

Un errore come detto raro, ma che non porta con sè conseguenze particolarmente gravi: il contatto con le barriere non c'è praticamente stato grazie all'azione frenante della ghiaia dopo due testacoda, e anche in termini di punti Fernando era destinato comunque a non portarne a casa. Insomma, tutto sommato lo spagnolo se la cava con... un compleanno da dimenticare!

Pierre Gasly stringe la terza posizione coi denti, dietro di lui contatto Perez - Hamilton!

Tra chi ha beneficiato maggiormente del pit stop anticipato per il passaggio dalle Full Wet alle Intermediate c'è di sicuro Pierre Gasly, che ha così passato Sainz, Perez e Norris... Da quel momento in poi, però, il colpo di fortuna si è esaurito, e il compito di difendere la posizione da podio è passato interamente nelle sue mani.

Andy Hone / Motorsport Images

Nessun problema per Pierre, che ha fatto buon uso dell'alta velocità di punta della sua Alpine per difendersi prima da Perez, e poi da Hamilton. Parlando dei due piloti di Red Bull e Mercedes, al giro 7 su 11 i due sono stati protagonisti di un contatto (lieve, c'è da dirlo) che ha di fatto messo fine alla gara del messicano...

I commissari hanno ritenuto il pilota della Mercedes come responsabile del contatto, punendolo con una penalità di 5 secondi che - in mancanza di ulteriori pit stop - sono stati addizionati al tempo di gara di Lewis. A causa di ciò, la quarta posizione conquistata in pista si trasforma in una P7 di un soffio davanti al compagno di squadra Russell, oggi suo malgrado autore di una Sprint incolore.

“Mi sembra che sia stato un incidente di gara, e per giunta in condizioni di pista difficili... Ero più che affiancato a lui, ma alla fine si è trattato di sfortuna. Chiudo quarto, con la penalità settimo, ma comunque non ottieni molti punti in queste Sprint. Adesso cercheremo di sistemare la macchina per domani, e speriamo in una gara migliore"

Lewis Hamilton

Personalmente non sono d'accordo con la penalità assegnata al 7 volte Campione del Mondo: lui e Perez hanno percorso curva 15 completamente affiancati, e la presenza della RB19 del messicano ha disturbato l'aerodinamica della W14 dell'inglese quel tanto che è bastato per provocare del sottosterzo, che l'ha spedito contro il sidepod destro dell'avversario. Certo, potrete obiettare che un pilota di esperienza come Lewis sa cosa aspettarsi in questi casi, ma è pur vero che la situazione non è sfuggita del tutto al suo controllo, tant'è vero che dopo il lieve urto ha potuto proseguire "tranquillamente" la sua Sprint.

Zak Mauger / Motorsport Images

L'impressione è che si sia voluta punire più la conseguenza che l'intenzione, dal momento che lo squarcio nella fiancata destra della monoposto di Perez lo ha costretto al ritiro. Come accaduto alla RB19 gemella di Verstappen nella Sprint a Baku (ironicamente, anche lì l'urto fu contro una Mercedes, in quell'occasione la numero 63 di Russell), l'apertura creatasi nel sidepods ha determinato una zona di forti infiltrazioni per il flusso d'aria che normalmente dovrebbe essere destinato al diffusore.

"L'incidente ha significato che la mia gara è finita lì... Adesso non vedo l'ora che arrivi il Gran Premio domani, sperando che domani potremo recuperare i punti persi oggi"

Sergio Perez

La quantità di carico aerodinamico mancante è stata visibile nei due giri in cui Checo ha provato a restare in pista nonostante i danni: praticamente in ogni curva soffriva di un sottosterzo terribile, quasi come guidasse sul ghiaccio. Pian piano questo ha fatto sì che il gruppone lo passasse, ed infatti - come già detto - per la Red Bull numero 11 c'è stato il ritiro.

Come interpretare la Sprint delle due Ferrari? Si poteva fare di più?

Gli 11 giri della Sprint di Sainz (in P4) e Leclerc (in P5) non hanno riservato grosse emozioni, principalmente perché entrambi sono rimasti dietro la più lenta Alpine di Gasly fino alla bandiera a scacchi. Ma anche senza questo ostacolo, si può affermare che i due non potessero fare molto di più: tolto Verstappen, anche Piastri oggi ne aveva di più.

"Purtroppo i pit stop hanno compromesso questa gara, già Carlos era davanti e aveva la priorità per scegliere se rientrare ai box, quindi io ero un po’ in balia di questo. Ho fatto un giro in più con le Full Wet, che non era la soluzione ottimale in quel momento, ma non potevamo fare altro. Purtroppo poi noi abbiamo avuto anche un problema al pit stop, anche se non ho ancora capito cosa è successo, e questo ci ha fatto perdere 2 o 3 posizioni. Domani è difficile immaginare cosa succederà, perché qui quando ci si aspetta l’asciutto piove, e viceversa!"

Charles Leclerc

L'unico scossone c'è stato nei primi giri, quando il muretto Ferrari ha deciso (da prassi) di richiamare ai box prima Sainz, e al giro successivo Leclerc. Se spesso le scelte operate dagli strateghi del Cavallino si prestano a polemiche, in questo caso mi sento di dire - come lo stesso Charles peraltro - che non ci siano elementi per parlare di favoritismi o errori di strategia.

Cosa aspettarci dalla gara di domani?

Al netto di ciò che ci riserverà il meteo, è lecito aspettarsi una dinamica di gara totalmente diversa dalla Sprint che abbiamo appena analizzato: quest'ultima è stata letterlamente flagellata da posticipi e interruzioni, certo, ma a parte questo c'è un fattore solitamente molto importante a Spa di cui oggi non si è parlato molto... Mi riferisco al degrado degli pneumatici, una variabile che può segnare la differenza tra centrare un podio oppure finire ai margini della zona punti.

Michael Potts / Motorsport Images

Non parlo volutamente di vittoria ma soltanto di podio perché, come ormai avrete capito, la P1 pare riservata a quel ragazzo con il numero 1 sul musetto che ha deciso di riscrivere ogni record della categoria.

In attesa di essere smentito (!), vi do appuntamento a lunedì su queste pagine per l'analisi di gara, mentre vi ricordo che potete trovare Race Analysis anche sulle pagine social di Instagram, Twitter e YouTube. Buona gara!

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