Viaggio alla scoperta della Red Bull RB19, l’astronave di Max Verstappen

Una delle regole d’oro che vigono in Formula 1 è quella per cui non bisogna mai stravolgere una monoposto rivelatasi vincente. È senz’altro questo il pensiero che ha ispirato gli ingegneri di Milton Keynes nel concepire forme e dettagli della nuova Red Bull RB19.

Glenn Dunbar / Motorsport Images

Dopo un’annata 2022 in cui il team anglo-austriaco ha sbaragliato la concorrenza della Ferrari, la vettura a disposizione di Max Verstappen e Sergio Perez per questa stagione si pone come una “semplice” evoluzione della scorsa RB18. Scopriamo cos’è cambiato tecnicamente.

Avantreno con nuovo muso e ala anteriore da bassissimo carico

Fra gli elementi di novità della RB19 notiamo subito il muso, la cui estremità è ora più squadrata dello scorso anno, oltre a presentare un condotto di aerazione per l’abitacolo in stile NACA (in luogo di quello ovale presente sulla RB18).

Steven Tee / Motorsport Images

Ma la vera sorpresa è stata certamente la nuova ala anteriore dalla corda estremamente ridotta, a tal punto da far pensare in fase di presentazione ad una specifica destinata a circuiti da basso carico, vedasi Monza. Invece, contrariamente a quanto sospettato, con quell’ala il team ha corso - e ottenuto una doppietta schiacciante - nel primo appuntamento in Bahrain.

Si comprende quindi come il corpo vettura sia in grado di generare una quota di carico aerodinamico tale da potersi permettere ali “scariche”, a tutto vantaggio dell’efficienza aerodinamica e della velocità di punta. Questo punto di forza, sfortunatamente per gli avversari, è molto difficile da replicare: non basta introdurre aggiornamenti aerodinamici nella zona del fondo per scaricare le ali, in quanto bisogna sempre considerare l’intera monoposto come un corpo unico, in cui la geometria di ogni componente influenza non solo tutto ciò che c’è a valle, ma anche a monte!

Con ciò si intende che modificare radicalmente (a Mondiale in corso) la geometria di un’ala anteriore non darà certo benefici rispetto ad un layout già ottimizzato alla CFD e in galleria del vento, dato che tale cambiamento - nel 99% dei casi - mal si integrerà con le altre aree della vettura.

A livello delle sospensioni anteriori non ci sono evoluzioni particolari da segnalare, ma come detto in apertura sarebbe stato meno redditizio per Red Bull lavorare su un’area nella quale sono già in grado di fare la differenza: il comparto sospensivo anteriore pull-rod montato sulla RB18 del 2022, ricorderete, è stato fra i principali indiziati dell’incredibile (per quanto basso) degrado gomme di cui godeva la monoposto, soprattutto nella seconda metà di stagione.

Sidepods: resta la filosofia “downwash”, si amplia ancor più il sottosquadro

La zona centrale di questa generazione di monoposto ad effetto suolo, si sa, è quella in cui la fantasia dei progettisti può avere libero sfogo: la RB19 non fa eccezione, poiché pur mantenendo la filosofia aerodinamica che ha contraddistinto la sua sorella maggiore, introduce alcuni elementi che sicuramente faranno scuola fra i team rivali…

Mark Sutton / Motorsport Images

Come detto, i sidepods si attengono alla filosofia downwash ben nota al team di Milton Keynes: lo scopo è quello di sfruttare l’effetto Coanda per indirizzare i flussi verso il basso, alimentando così il versante superiore del diffusore. Questo, a sua volta, permette di migliorare l’estrazione d’aria dal fondo vettura, con vantaggi importanti sul fronte della generazione di carico aerodinamico.

Mark Sutton / Motorsport Images

Il fatto che il concetto aerodinamico sia rimasto lo stesso ha permesso agli ingegneri guidati da Pierre Wache (e dall’inossidabile Adrian Newey) di affinare alcuni dettagli: vediamo quali.

  • Le bocche di ingresso dei sidepods, nei quali sono alloggiati i radiatori e i coni antintrusione, sono state sollevate: questo ha richiesto un riposizionamento delle masse radianti stesse, nell’ottica di aumentare il sottosquadro (il volume lasciato libero per il flusso che deve lambire le pareti esterne delle pance, possibilmente sigillando aerodinamicamente il fondo);
  • Nella zona iniziale dei bordi laterali del fondo ci sono due alette il cui obiettivo è quello di generare vortici che possano, a loro volta, sigillare la porzione inferiore del fondo dall’ambiente circostante…

Come spesso ripetuto, un fondo è in grado di generare tanto carico aerodinamico se è in grado di “accogliere” un flusso d’aria ad alta velocità e ad una pressione talmente bassa da essere inferiore a quella ambientale: si parla pertanto di “depressione” generata dal fondo. Se del quantitativo d’aria a pressione superiore dovesse infiltrarsi sotto il fondo attraverso i suoi bordi laterali, ciò abbasserebbe la velocità del flusso che lo alimenta e - in ultima analisi - ci ritroveremmo con una vettura con poco carico aerodinamico, e per giunta instabile (suscettibile a brusche variazioni).

Mark Sutton / Motorsport Images

  • Sempre a livello dei bordi laterali del fondo, ma posteriormente alle due alette citate, è apparso sin dalla presentazione (ed è stato finora mantenuto) un taglio longitudinale che va a creare una sorta di “lama”: il suo scopo non è di contribuire al sigillo aerodinamico del fondo, ma di alleviare l’estrema sensibilità del fondo stesso alle variazioni di altezza da terra. Vediamo di comprendere cosa significhi ciò…

Come avrete osservato dalle immagini televisive, quando una monoposto di Formula 1 affronta curve ad alta velocità tende a “schiacciarsi” al suolo, fino al punto in cui i bordi del fondo toccano letteralmente l’asfalto. Quando questo accade, la vettura è vittima di un’altissima sensibilità aerodinamica, che porta ad un suo repentino sbilanciamento. Avere una “lama” crea uno spazio attraverso il quale l’aria può fluire liberamente, ripristinando il corretto bilanciamento desiderato.

Mark Sutton / Motorsport Images

Fra l’altro, gli ingegneri Red Bull hanno posto grande attenzione durante i test al corretto funzionamento di questo componente, applicando copiose quantità di paraffina sulla stessa zona. Per chi non fosse avvezzo al flow-viz, si tratta di una tecnica di visualizzazione dei flussi d’aria tramite una vernice composta da pigmenti fluorescenti di matrice oleosa (paraffina, appunto).

Retrotreno: più trazione con la nuova sospensione posteriore, e un’ala posteriore inedita

La peculiarità del retrotreno della nuova Red Bull sta in una sospensione posteriore che, pur mantenendo il layout push-rod, vede una modifica dei cinematismi volta a migliorare la trazione in uscita dalle curve a bassa velocità. La maniera con cui assolve questa funzione è un mantenimento il più costante possibile dell’area di contatto degli pneumatici al suolo.

Steven Tee / Motorsport Images

Infatti, come si può osservare, il triangolo superiore ha ora una configurazione che potremmo definire “a freccia”, vale a dire con i due bracci orientati con angolazioni di segno opposto rispetto alla perpendicolare al veicolo. Detto in termini più semplici, laddove sulla RB18 il secondo braccio del triangolo superiore era perfettamente perpendicolare all’asse del veicolo, sulla nuova RB19 esso “puntaall’indietro - da cui la “freccia” menzionata.

La porzione finale del retrotreno vede invece una beam wing a due elementi da medio carico su cui soffia un flusso d’aria precedentemente “manipolato” dalle geometrie del cofano motore. Quest’ultimo si rifà al più volte citato letterbox cooling, con una sezione d’uscita molto larga ma parallela proprio alla beam wing.

Sam Bloxham / Motorsport Images

Infine, tralasciando volutamente un diffusore in continua evoluzione a cavallo di ogni sessione in cui la RB19 scende in pista, vale la pena menzionare il nuovo disegno dell’ala posteriore. Un macroelemento, questo, già particolarmente efficiente aerodinamicamente lo scorso anno, ma che si cerca di potenziare ulteriormente tramite un profilo curvo lungo tutta la sua corda, in analogia a quanto introdotto da Ferrari a partire dal Gp del Canada 2022.

Mark Sutton / Motorsport Images

Il Gran Premio del Bahrain è stato letteralmente marchiato a fuoco dalla supremazia prestazionale della Red Bull RB19, guidata in scioltezza da un Max Verstappen mai impensierito da nessun avversario. Ogni tracciato fa storia a sè, è vero, ma il vantaggio prestazionale di cui gode al momento il team Campione del Mondo può far presagire un 2023 a loro completo appannaggio…

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