Fiesta Ferrari in Messico: che dominio di Sainz!
(Immagine di copertina: F1)
Un Gran Premio del Messico davvero diverso dal solito, quello a cui abbiamo assistito ieri! All'Autodromo Hermanos Rodriguez, ormai terreno di caccia di Red Bull e Mercedes da quando la Formula 1 era tornata a corrervi nel 2015, sono Ferrari e McLaren a brillare. Ma su tutti spicca la prestazione di Carlos Sainz, che completa uno dei suoi migliori weekend in carriera ottenendo un successo stepitoso. Sul podio con lui ci sono Norris e Leclerc, per quella che poteva essere una doppietta Ferrari ma non lo è, pur riconsegnando il team di Maranello spaventosamente vicino a quello di Woking nel Mondiale Costruttori...
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Vittoria mai in discussione per Sainz, anche dopo una partenza infelice
Dopo una pole position a dir poco brillante, per Carlos deve essere stato davvero un duro colpo subire il sorpasso da parte di Max Verstappen in partenza. Come avevamo detto alla vigilia, il tracciato messicano è uno di quelli che premia poco il pole sitter per via della lunga distanza (767 metri) dalla linea del traguardo alla staccata di Curva 1, per cui - com'era lecito supporre - Verstappen ha avuto vita facile dello spagnolo, non però senza forzarlo sull'erba in ingresso di Curva 2. Ma, come vedremo, questa mossa aggressiva è tra le più pulite che Max ha compiuto ieri in gara...
Simon Galloway / Motorsport Images
Persa la prima posizione, per Sainz non c'è neuppure stato modo di recuperarla nei primissimi giri, dato che l'incidente a centro gruppo al via tra Albon e Tsunoda (con entrambi costretti al ritiro) aveva innescato subito l'uscita della Safety Car. Come si era compreso dalle simulazioni di passo gara disputate al venerdì, tuttavia, per il Campione del Mondo sarebbe stato difficile conservare a lungo la leadership, perchè la sua RB20 non gli consentiva di essere efficace nel tortuoso terzo settore, e questo l'avrebbe resto preda delle più veloci Ferrari e McLaren.
Simon Galloway / Motorsport Images
Arrivati quindi al giro 9, alla prima occasione concreta di utilizzo del DRS, lo spagnolo si è fiondato sulla Red Bull dell'olandese e l'ha trafitto in Curva 1 senza valutare male il punto di staccata: una mossa perfetta, ancor più se si pensa che è stata eseguita nei confronti del pilota più difficile da sorpassare in Formula 1: ma questa volta neppure Max ha avuto modo di controbattere al sorpasso subito, sebbene prima di Curva 4 ci fosse un secondo rettilineo nel quale provare un contrattacco.
Dom Romney / Motorsport Images
Da quel momento in poi, il Ferrarista si è semplicemente involato e ha potuto gestire il ritmo della corsa come meglio ha preferito, senza mai risultare realmente attaccabile da nessuno alle proprie spalle: insomma, per la seconda volta in due weekend ci troviamo a commentare una gara dominata da parte della Ferrari, una condizione tecnica che non si verificava da moltissimo tempo (verrebbe da dire inizio 2022, ma in quel caso la Red Bull di Verstappen era una costante minaccia che ben presto si sarebbe trasformata in uno schiacciasassi...). Con il livello di performance messo in mostra nelle ultime gare, verosimilmente a partire da Monza, non è impensabile la concretizzazione della rimonta in Classifica Costruttori...
GAME. ON. 👊
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Another win for Ferrari leapfrogs them ahead of Red Bull in this thrilling Constructors' title fight 📈#F1 #MexicoGP pic.twitter.com/gAexEkeDKb
Al momento, come potete vedere in alto, il margine dal team di Woking (in diminuzione) è di 29 lunghezze; e se da un lato i prossimi layout di piste su cui si andrà a correre sorridono ai papaya, dall'altro bisogna evidenziare come a Maranello si stiano commettendo molti meno errori procedurali nella gestione dei weekend. Questo potrebbe essere un fattore chiave, come dimostra l'eliminazione in Q1 di Oscar Piastri al sabato: pur con una rimonta senza infamia e senza lode, l'australiano non è potuto andare oltre l'ottavo posto finale, garantendo alla sua squadra un "misero" contributo di 4 punti che non può essere in alcun modo soddisfacente, dato che gli avversari designati erano prossimi alla seconda doppietta consecutiva...
Verstappen e Norris ai ferri corti, con l'inglese esce fuori la parte "cattiva" di Max...
Smarcata la questione Costruttori, che non potevamo relegare a fine analisi per via dell'importanza che riveste negli equilibri di questo Mondiale, torniamo quindi alla cronaca della gara.
Con un Sainz impossibile da riprendere per chiunque, ben presto Verstappen ha subito il recupero da parte di Norris: e al giro 10 l'inglese ha provato un attacco molto ambizioso nei suoi confronti all'esterno di Curva 4. La risposta del pilota Red Bull è stata feroce: con una precisione seconda solo alla sua aggressività, Max ha spinto fuori Lando costringendolo ad andare sull'erba (rientrandogli però di poco davanti)... Come se non bastasse, tre curve dopo lo stesso Max ha provato un sorpasso insensato in Curva 7, ben conscio che sarebbe stato impossibile chiudere la curva senza uscire dai limiti della pista. Ma a lui questo non interessava, come dimostra il fatto che in questa circostanza Charles Leclerc ha potuto guadagnare due posizioni e portarsi secondo: quel che gli importava era tenere il proprio rivale per il Mondiale alle proprie spalle, ad ogni costo...
Andy Hone / Motorsport Images
Nella fattispecie, questo costo è stato immediatamente quantificato dai commissari FIA in due penalità da 10 secondi ciascuna da scontare in pitlane in occasione del proprio pit stop. Il Campione del Mondo, consapevole di aver compiuto due manovre sporche (che, siamo sicuri, rifarebbe immediatamente) ha accettato la penalità cumulativa di 20 secondi senza opporre troppa resistenza... Ma l'aspetto che in molti hanno tralasciato è che, da quel momento in poi, ha avuto cura di "bloccare" Norris abbastanza a lungo da fargli perdere terreno dalle due Ferrari in fuga. E in parte il piano ha funzionato, perchè solo al giro 26 il pit stop Red Bull ha lasciato il pilota McLaren libero di stampare i tempi sul giro che la sua MCL38 gli consentiva; ma a quel punto era troppo tardi, e il massimo che Lando ha potuto fare è stato prendersi la piazza d'onore ai danni di Leclerc.
Terzo posto ben accetto da Leclerc, ma che rischio in Curva 17!
Vale la pena soffermarsi un attimo sulla seconda parte di gara di Leclerc rispetto a quella di Norris, perché nel momento in cui entrambi (con Sainz circa 8 secondi più avanti, in testa) si sono ritrovati su pneumatici Hard, l'inerzia della gara è un po' cambiata. Il gap di 4.8 s che separava la McLaren dalla Ferrari immediatamente dopo la loro sosta è stato via via eroso, complice anche la difficoltà del monegasco nei doppiaggi di Liam Lawson e di Lance Stroll, che invece - non volontariamente, sia chiaro - si sono dimostrati molto meno penalizzanti con l'inglese.
Andy Hone / Motorsport Images
Un'altra motivazione del passo inferiore della SF-24 rispetto alla MCL38 in quel frangente sta nella necessità per Leclerc di ricorrere al lift and coast, tecnica che nella fattispecie gli era più necessaria per abbassare le temperature della Power Unit e dei freni, che per risparmiare carburante (motivazione principale per cui di solito ci si ritrova ad alzare il piede dal gas un centinaio di metri prima del punto di staccata). In ogni caso, c'è da dire che - come anche ad Austin - più la mescola di pneumatici è dura, più si assottiglia il vantaggio competitivo di Ferrari su McLaren: ieri, a dirla tutta, c'è stata una vera e propria inversione di tendenza in quest'ottica, come testimonia l'assottigliamento del gap di Norris da Sainz da 13.5 s a 4.7 s nell'intero ultimo stint. D'altro canto, e questo non potremo mai saperlo con certezza, bisogna porsi qualche domanda su quanto margine avesse Sainz, in totale gestione della propria leadership...
Well saved, Charles! 😱👏
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He might have lost second late on to Norris, but the Ferrari driver did well to avoid hitting the wall after this moment.#F1 #MexicoGP pic.twitter.com/ShNOb3pr0u
In ogni caso, venendo all'episodio che è costato a Leclerc la seconda posizione (e, con essa, la possibilità per la Ferrari di festeggiare due doppiette consecutive dopo Austin), siamo al giro 62 - con 9 ancora da completare: la McLaren è negli specchietti della Rossa, e nel tentativo di massimizzare la trazione in uscita da Curva 17 per immettersi sul rettilineo principale con la miglior spinta possibile, Leclerc perde il controllo del posteriore della SF-24 a causa di una traiettoria leggermente più esterna di quella ottimale; il controllo a seguire è da cineteca, e non si sa come ma la vettura numero 16 evita le barriere di un soffio.
A quel punto la perdita della piazza d'onore può essere considerata assolutamente secondaria, visto che le chances di finire a muro e terminare il weekend messicano con zero punti sono state, per un istante, altissime. Nel finale, poi, il muretto Ferrari ha avuto il coraggio - approfittando anche del gap di 30 secondi con le Mercedes in quarta e quinta posizione - di fermare ai box Charles per consentirgli di ottenere il giro veloce, e con esso il punto addizionale che in quel momento era nelle mani proprio di Lando Norris. Detto, fatto: crono di 1'18"335 all'ultimo passaggio utile (giro 71) su pneumatici Soft, e la gara di Charles si è conclusa così.
Mercedes terza forza in lotta solitaria, passo gara addirittura migliore di Verstappen
Dietro i 3 piloti che hanno monopolizzato lo spettacolo in testa alla gara, la contesa per la quarta posizione è stata affare privato tra le due Mercedes di Hamilton e Russell, i quali hanno terminato la gara esattamente in quest'ordine, in quarta e in quinta posizione. La battaglia tra i due, vissuta per tanti giri sull'ostruzionismo di Russell nonostante Hamilton sulle Hard avesse più passo, ha mostrato tanti risvolti interessanti.
Zak Mauger / Motorsport Images
Infatti, come confermato dal Team Principal Toto Wolff dopo la gara, le W15 erano state volutamente dotate di due setup molto diversi, con l'obiettivo in mente di deliberare una direzione di sviluppo per la vettura del 2025. E il fatto che il setup delle monoposto di Brackley fosse agli antipodi è apparso chiaro nel duello sopra menzionato, durante il quale spesso e volentieri Russell risultava inattaccabile per via di una migliore trazione nelle curve lente del terzo settore, quelle che immettono sul lungo rettilineo principale. Dalla linea del traguardo in poi, infatti, Hamilton nonostante l'uso del DRS non era in grado di portarsi a distanza di tiro dal proprio compagno di squadra, cosa che gli è riuscita solamente al giro 66.
Andy Hone / Motorsport Images
Oltre a ciò, un'altra indicazione interessante sulle forze in campo al momento è emersa con il plafonarsi della rimonta di Verstappen (dopo aver scontato la sua penalità ai box) nei confronti delle Mercedes stesse. Il gap tra la coppia menzionata e il pilota Red Bull è rimasto pressochè identico, con una leggerissima tendenza ad amplificarsi nel corso degli ultimi 30 giri: questo dimostra, a parere di chi scrive, che l'urgenza e l'aggressività di Max nelle fasi iniziali contro Lando Norris erano dettate anche dalla consapevolezza che, con un passo molto inferiore rispetto alla McLaren, lasciar sfilare il proprio avversario diretto avrebbe significato rivederlo solamente dopo la bandiera a scacchi. Con questo non si vuole giustificare la sua condotta sopra le righe, ma crediamo sia una delle probabili motivazione che l'abbiano spinto a voler rovinare la gara di Lando.
Gara da incubo per Perez e Alonso, in un GP che sarebbe dovuto essere speciale
Come al solito, chiudiamo la nostra analisi di gara con quanto accaduto nel midfield: in quest'occasione a risultare "vincitrice" è stata la Haas, che con Magnussen in P7 e Hulkenberg in P9 ha potuto raccogliere 8 punti fondamentali contro la VCARB. Gran parte del merito per questo risultato è stato, oltre a un passo gara davvero solido, nel poter correre lontani dai guai e dal traffico che a centro gruppo non mancano mai, cosa che - in parte - ha potuto fare Pierre Gasly, giunto in P10 al traguardo.
Zak Mauger / Motorsport Images
Parlando di guai e sfortune, i due piloti più sfortunati del weekend sono sicuramente Fernando Alonso e Sergio Perez: e pensare che per entrambi quello del GP del Messico prometteva di essere un weekend speciale... Per l'asturiano, infatti, si è trattato dell'apparizione numero 400 in Formula 1, un risultato che nessuno è mai riuscito ad ottenere nella storia di questo sport. Certo, i Campionati contengono molte più gare che nei decenni scorsi, ma fa specie pensare che il 2 volte Campione del Mondo ha esordito in F1 quando molti dei suoi rivali di quest'anno erano in fasce, oppure non erano neppure nati: la longevità sportiva di Fernando è un esempio di passione e dedizione che, ironicamente, lo spagnolo non ha potuto festeggiare degnamente a causa di un ritiro per problemi meccanici, al giro 16.
Dom Romney / Motorsport Images
In merito alla gara di Perez, invece, inutile dire che davanti al pubblico di casa Checo ci teneva tantissimo a fare bella figura e salvare un Mondiale 2024 che finora è stato davvero avaro di soddisdazioni. Al contrario, partendo dalla P18 la rimonta del pilota Red Bull non si è mai concretizzata, per colpa anche di una battaglia finita male con Lawson: anche qui si potrebbe trattare di una sorte piuttosto beffarda, dato che il pilota neozelandese è in lizza per sostituire il messicano la prossima stagione, se non già nel corso delle ultime gare di quest'anno. Probabile quindi che la carriera di Perez in Formula 1 si avvii alla conclusione, ma questo lo scopriremo presto...
Si va in Brasile per il classico di Interlagos, anche quest'anno con format Sprint!
Nel frattempo il Circus non si ferma mai, e con l'appuntamento di Interlagos si andrà a chiudere già in questo weekend il primo dei due "triple header" che decreteranno il Campione del Mondo 2024. Il tracciato situato nella periferia di San Paolo, per via del suo layout, si presta molto ai sorpassi: pertanto, come accade ormai dal 2021, il format del fine settimana prevederà la Sprint.
Four races to go. 47 points in it. #F1 #MexicoGP pic.twitter.com/OacCs1RDFs
— Formula 1 (@F1) October 28, 2024
Un ulteriore elemento di complicazione nel contesto di una sfida Mondiale a dir poco appassionante, alla quale non vediamo l'ora di aggiungere questo 21esimo capitolo. A presto!
Indice
Fiesta Ferrari in Messico: che dominio di Sainz!
- Vittoria mai in discussione per Sainz, anche dopo una partenza infelice
- Verstappen e Norris ai ferri corti, con l'inglese esce fuori la parte "cattiva" di Max...
- Terzo posto ben accetto da Leclerc, ma che rischio in Curva 17!
- Mercedes terza forza in lotta solitaria, passo gara addirittura migliore di Verstappen
- Gara da incubo per Perez e Alonso, in un GP che sarebbe dovuto essere speciale
- Si va in Brasile per il classico di Interlagos, anche quest'anno con format Sprint!